Sant'Agata 2023, il discorso di Renna in piazza Stesicoro - QdS

Sant’Agata 2023, il discorso di Renna in piazza Stesicoro

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Sant’Agata 2023, il discorso di Renna in piazza Stesicoro

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sabato 04 Febbraio 2023

Sant’Agata abbraccia Catania. Il discorso alla comunità dell'arcivescovo Luigi Renna che lo ha proclamato da piazza Stesicoro.

Catania abbraccia intensamente Sant’Agata. Bagno di folla in centro in occasione dei festeggiamenti che, dopo due anni difficili dovuti all’emergenza sanitaria, entrano nel vivo con uno dei momenti più importanti delle celebrazioni. Arriva il primo discorso alla comunità dell’arcivescovo Luigi Renna che lo ha proclamato, come da tradizione, sul fercolo della Santa in piazza Stesicoro.

“Dopo 2 anni il busto reliquiario della nostra Santa Patrona con il suo sguardo sereno che infonde speranza, torna a illuminare le strade principali della nostra città nelle quali, con gli occhi fissi nei suoi, torneremo ad affidarci a lei con fede, esprimeremo gratitudine per il suo patrocinio, Le domanderemo quei beni che sono necessari a tutti ed ad ognuno”.

L’unione del popolo

“Quando un popolo condivide una così grande devozione e persone di ogni età e condizione di vita si ritrovano fianco a fianco, si sentono non più individui isolati, ma popolo. Se qualche motivo ci ha diviso dagli altri, se il conflitto ha preso il sopravvento sulla concordia e ha incrinato amicizie e progetti di vita condivisi, se la pandemia ha creato distanze, oggi è il giorno in cui Sant’Agata ci unisce e ci fa riscoprire popolo che appartiene a Dio, perché rinato nell’acqua del Battesimo, e comunità civile che ha a cuore lo stesso bene unico ed indiviso. Se il male, la violenza e l’assenza di cura della nostra Città hanno contribuito a disgregarci, questi sono i giorni in cui dobbiamo ritrovare il senso della nostra comune appartenenza e ripartire per costruire la vita civile della nostra Catania”.

Ricostruire la città

“Liberare la città significa ricostruirla con il senso di partecipazione alla vita pubblica, rifuggendo dalla sfiducia in noi stessi, nel futuro da costruire responsabilmente e con una più consapevole partecipazione a quello che è un diritto e un dovere: il voto libero e consapevole. Che città vogliamo costruire con l’intercessione e la forza che ci dà l’esempio di Sant’Agata? Noi abbiamo lo stesso potere di Agata, quello di non scendere a compromessi con il male e di scegliere il bene, sapendo che così facendo avremo dato un segno che la nostra fede cristiana non è un oppio che addormenta la coscienza, ma è quel sale che dà sapore alla società, soprattutto quando questa diventa povera di valori, tentata di tornare ad essere il governo di pochi che tengono soggiogati gli altri nella precarietà, in problemi che si tarda a risolvere perché hanno paura di gente istruita e libera. Noi possiamo costruire con il nostro modo di fare, o la città della confusione, come Babele, o della pace e del benessere, come Gerusalemme. C’è bisogno perciò di creare una alleanza fra le generazioni: giovani e meno giovani, i nostri giovani vivaci e intelligenti, che possono essere fermati dall’emigrare solo se consegneremo loro la responsabilità di pensare e guidare, perché ne sono molto capaci. Occorre fare un’alleanza fra i quartieri, per non essere preda di coloro che vendono promesse che non realizzeranno mai perché fa loro comodo avere persone che non conoscono i loro diritti. Occorrono politici che sappiano studiare i mali di Catania e le loro soluzioni, che siano liberi da vincoli che li appiattiscono non sul presente, ma sul peggiore passato. Occorre che quando esclamiamo ‘Cittadini’ e rispondiamo ‘Viva sant’Agata’, sentiamo che Sant’Agata ci chiama ad essere i cittadini che costruiscono la loro città, liberandola dalla lava nera che in questi anni l’ha sepolta. Il nostro Viva Sant’Agata sia l’impegno quotidiano per Catania”.

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