In altri tempi, oggi, a via Etnea sarebbe stata piena di gente. Emozionantissima per il passaggio della Carrozza del Senato.
In altri tempi la via Etnea sarebbe stata piena di gente. Emozionantissima per il passaggio della Carrozza del Senato, il momento che segna l’inizio dei festeggiamenti in onore di Sant’Agata. La terza festa della Cristianità, però, non si svolgerà neanche quest’anno.
E così, la Fondazione Oelle, in collaborazione con l’Università di Catania, la Sovrintendenza ai Beni culturali e il Comune etneo, ha deciso di organizzare – e donare ai catanesi e a tutti i “Cittadini” – una mostra dedicata alla Santa. Esposizione inaugurata proprio oggi.
Agata on the road. In viaggio con Agata, è un progetto espositivo senza precedenti, una mostra diffusa nel cuore della città che, dal 4 febbraio, ne racconta il culto e il legame con la popolazione attraverso oltre due millenni, da Demetra, Kore, Iside, le antiche divinità femminili del Mediterraneo, all’arte contemporanea.
Nel capoluogo etneo, la festa in onore di sant’Agata anche quest’anno non si può svolgere per l’emergenza sanitaria ancora in corso, ma la Fondazione OELLE-Mediterraneo Antico e l’Università degli Studi di Catania ne trasferiscono la straordinaria ritualità in mostra.
Ciò che sta accadendo attorno a questo progetto esprime il senso della devozione agatina nel senso più ampio e laico del termine. Con AGATHA ON THE ROAD mettiamo le basi per un percorso di ricerca e archiviazione della memoria che contiamo di replicare negli anni con una programmazione che contribuisca alla promozione della festa di sant’Agata», dichiara Ornella Laneri, presidente della Fondazione OELLE Mediterraneo Antico.
La Festa di sant’Agata è segnata dal tragitto del fercolo che contiene le reliquie della Santa attraverso i luoghi del suo martirio catanese avvenuto il 5 febbraio del 251 d.C. Il percorso delle antiche mura romane della città antica di Catania è ciò che caratterizza il cosiddetto “Giro esterno” del 4 febbraio, mentre i luoghi legati alla tradizione agatina (il Duomo, la chiesa di Sant’Agata la Vetere, la Collegiata, la chiesa di Sant’Agata al Carcere, ecc.) rappresentano, invece, i riferimenti topografici del “Giro interno” del 5 febbraio. Il viaggio di Agata è, però, anche il tragitto delle sue reliquie da Costantinopoli a Catania e, soprattutto, uno scrigno di riferimenti simbolici legati alla sacralità femminile che hanno segnato la tradizione religiosa delle antiche popolazioni del Mediterraneo orientale e centrale (Inana, Ishtar, Astarte, Demetra, Kore, Iside) e che, in Agata, trovano un sincretismo perfetto», afferma Nicola Laneri (professore di Archeologia e Storia dell’Arte del Vicino Oriente, Università degli Studi di Catania) ideatore della mostra.
La mostra rappresenta, pertanto, un percorso complesso tra le sedi dell’Università di Catania (Palazzo dell’Università e Palazzo Sangiuliano), in collaborazione con la Sovrintendenza dei BBCC della Regione Sicilia e la Fondazione OELLE/Mediterraneo Antico, dove sono esposti al pubblico quegli aspetti archeologici che legano la festa di sant’Agata ai simbolismi arcaici insiti nella tradizione dei culti al femminile del Mediterraneo antico e che, a Catania, sono ravvisabili in quelli di Iside, Demetra e Kore. In particolare, in una delle sale espositive sono presenti oggetti legati al culto di Demetra, Kore e Iside provenienti dalla stipe votiva di San Francesco, da aree archeologiche di Catania antica e dal sito di Occhiolà-Grammichele.