Avviate da ore le indagini del caso, non emerge ancora alcun movente chiaro per l’omicidio di Santo Re, 30enne catanese ucciso a coltellate da John Obama, un parcheggiatore abusivo di 37 anni originario dello Zimbabwe, senza permesso di soggiorno e da anni attivo nel parcheggio nei pressi del lungomare di Ognina, a Catania.
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Dopo aver provato la via della fuga, l’assassino del 30enne Re, pasticcere del noto Bar Quaranta di Ognina (che sarà chiuso per i prossimi giorni, chiaramente), è stato fermato dagli agenti della questura. Non appena rintracciato, l’uomo avrebbe pronunciato frasi sena logica, fornendo una ricostruzione definita confusa. Per quanto raccolto e con le indagini ancora aperte, la Procura con il pool coordinato da Fabio Scavone ha disposto l’arresto per il 37enne originario dello Zimbabwe. L’accusa è quella di omicidio volontario aggravato. Nelle prossime ore, prevista anche l’autopsia sul corpo dell’uomo ucciso dal parcheggiatore abusivo.
Omicidio Santo Re: s’indaga per ricostruire il movente del delitto
Continuano le indagini da parte degli inquirenti per ricostruire l’esatta dinamica del terribile omicidio di Santo Re, il 30enne ucciso ieri a coltellate da un parcheggiatore abusivo poco dopo il termine del proprio turno al bar “Quaranta” dove lavorava come dipendente. John Obama, 45enne originario dello Zimbawe, lo avrebbe colpito diverse volte con un pugnale alle braccia, al tronco e all’addome, lesionando fatalmente gli organi interni del 30enne, padre di una bambina di soli 4 mesi.
Omicidio Re, le possibili cause
Si cerca ancora di capire l’esatto movente che abbia spinto il posteggiatore abusivo, conosciuto in zona e gravato già da precedenti penali (come una passata aggressione nei confronti di un poliziotto) ad uccidere il povero Santo Re. Secondo le prime ipotesi, il diverbio sarebbe nato per alcune vaschette in plastica, utilizzate come contenitori per gli alimenti. Il giovane stava andando a prendere la propria auto per tornare a casa. In quel momento sarebbe scoppiata la lite, forse perché il posteggiatore abusivo si sarebbe rifiutato di restituire le suddette vaschette in plastica della pasticceria. Non è chiaro però se nei contenitori ci fosse del cibo che la vittima stava portando a casa.

