La sequenza di barche cariche di migranti che tra martedì 14 e mercoledì 15 novembre ha raggiunto Lampedusa sembra una competizione tra la Libia e la Tunisia, al momento con un evidente testa a testa.
Nelle 24 ore di martedì sono stati 19 gli eventi migratori registrati all’approdo, dieci dei quali erano barche salpate dalla Libia.
Lampedusa, gli sbarchi di migranti nelle ultime ore
La giornata si è conclusa con l’accesso in hotspot, per prima accoglienza e identificazione, di 903 persone più o meno equamente ripartite tra migranti transitati dalla Libia e migranti transitati dalla Tunisia, con grossomodo lo stesso range di nazionalità di origine. Tra l’Africa subsahariana e quella centro-occidentale, sono rappresentati quasi tutti i Paesi. A questi si aggiungono ancora Egitto e Bangladesh in sensibile quantità.
La stessa proporzione si è vista oggi, nella prima mezza giornata con già 13 sbarchi poco dopo mezzogiorno. Di queste imbarcazioni, 7 erano partite dalla Tunisia e 6 dalla Libia. L’unica differenza è legata al numero di persone a bordo: su quelle libiche sempre tendenzialmente più elevato. Di contro, risultano potenzialmente letali le barche di ferro grezzo e arrugginito, composte con pochi punti di saldatura per risparmiare e accelerarne la produzione, che dalla Tunisia prendono il mare con una media di 40 persone a bordo.
L’eccezione del numero 1
I porti di partenza risultano essere comuni per il maggior numero di barche, con in testa i leader del traffico di esseri umani nei due paesi: Zuara per la Libia e per la Tunisia Sfax e il vicino porticciolo di Sidi Mansour. Ma non tutte le barche risultano essere partite dai porti dei trafficanti. Anche dalla Libia sono salpate imbarcazioni da porti non proprio comunemente legati al traffico.
Il primo evento migratorio registrato a Lampedusa in questa recente nuova ondata è quello di ieri, quando poco prima dell’alba il guardacoste “Corrias” della Guardia di Finanza ha intercettato una imbarcazione in legno di quattro metri con a bordo un migrante di nazionalità tunisina partito dal porticciolo di Mellouleche. Il primo sbarco, con un solo uomo a bordo, poteva sembrare un buon segno se solo non ne fossero arrivate altre 18 di barche. E altre 13 il giorno successivo (dato parziale).
Sbarchi di migranti a Lampedusa, flusso massiccio ma gestibile
Il 14 novembre dello scorso anno erano approdate sulle nostre coste 1.258 persone migranti. Una coincidenza legata alle condizioni meteo che sempre più vedono colpi di coda estivi anche nei mesi di novembre e dicembre con relativo proseguo delle partenze dalle coste nordafricane. Le 1.560 persone sbarcate a Lampedusa nelle ultime 36 ore – circa 350 in meno per la sola giornata del 14 rispetto alla stessa data dello scorso anno – non sembra abbiano prodotto disagi né pare li abbiano subiti in termini di gestione del flusso tra lo sbarco ed il trasferimento.
“Monitoriamo la situazione e ci adoperiamo affinché la ripresa degli sbarchi in queste ore non comporti il venir meno di quell’assistenza umanitaria che attraverso i nostri operatori e volontari continuiamo da mesi a garantire”, spiega Rosario Valastro, presidente della Croce Rossa Italiana, ente gestore dell’Hotspot di Lampedusa per le funzioni di assistenza e prima accoglienza.
Lontani dalla congestione di agosto e settembre
La struttura di contrada Imbriacola, al centro dell’isola di Lampedusa, potrebbe contenere in via ordinaria circa 400 persone. Questa mattina aveva raggiunto quota 1.430 presenze. Di queste ne erano state trasferite in nave 230 già identificate, ma nel giro di due o tre ore erano già state rimpiazzate dalle ultime arrivate. Il centro di prima accoglienza ha visto quindi momenti di difficoltà, ma superabili e ben lontani da quelli dei mesi di luglio, agosto e settembre.
“Gli operatori stanno effettuando i controlli sanitari e le operazioni di prima accoglienza”, spiega dall’hotspot Chiara Nigro, operatrice della Croce Rossa Italiana. E sulla gestione del massiccio flusso di sbarchi Nigro precisa che “non si segnalano criticità particolari stamattina, anche se il numero dei presenti supera quello della normale capienza del centro”.
A rassicurare tutti sulla sostenibilità del flusso migratorio che investe Lampedusa è l’adesso efficiente sistema di identificazione e trasferimento, come conferma anche il presidente della CRI, Rosario Valastro: “Certo, siamo attenti alla situazione che vede in poche ore un aumento ancora una volta di arrivi, però il sistema dei trasferimenti sta continuando a funzionare e questo consente di tenere sotto controllo una situazione che non può che renderci ancora una volta tutti partecipi di un fenomeno, quello migratorio, che va gestito e che ormai appare costante”.
Per Lampedusa ordinaria amministrazione
Anche per l’isola, ormai fuori stagione turistica malgrado il clima, la situazione è serena ed il viavai di motovedette non sortisce alcun effetto significativo. Abbiamo chiesto quindi quale è il polso della situazione a Filippo Mannino, sindaco di Lampedusa e Linosa, che ha confermato essere assolutamente normali questi numeri per l’isola che “non se ne è neanche accorta”. Un problema però rimane, dopo sbarchi e trasferimenti, e su questo ha subito posto opportuna attenzione il sindaco Mannino: “Il problema adesso sono questi pescherecci grossi con cui arrivano, ed è difficile smaltirli”. Le ultime grosse imbarcazioni partite dalla Libia sono in porto, e si tratta di pescherecci con scafo in ferro e lunghi 25 metri. Spazio tolto alla marineria dell’isola per ormeggiare e rischi per il porto in caso di mareggiate di Libeccio, nemico naturale del porto di Lampedusa, se dovessero rompere gli ormeggi o comunque affondare in area portuale.

