Nel giro di pochi anni in Sicilia si è passati da promuovere i borghi fascisti a celebrare lo sbarco alleato in Sicilia del 1943
Nel giro di pochi anni in Sicilia si è passati da promuovere i borghi fascisti, costruiti come falansteri nel ventennio, a celebrare lo sbarco alleato in Sicilia del 1943, che restituì all’isola la libertà dal fascismo, due anni prima dello sbarco in Normandia.
Come sempre nello spirito principale che contraddistingue la Cultura siciliana. La contraddizione. Noi siciliani non riusciamo ad avere una linea retta, come dice un noto proverbio glocale “cu nasce tunnu un po’ essiri quadro”. Noi siamo tondi, ellittici, torniamo sempre al punto di partenza, non procediamo mai in nessuna direzione, ci “annachiamo” ma alla fine “muoviti fermo”, è il nostro motto. La verità è che a noi il fascismo non ci è dispiaciuto, soprattutto architettonicamente, ha costruito municipi, poste, tribunali, condotte, licei, borghi rurali.
Nessuno aveva, ed ha, costruito come il fascismo in Sicilia, altro che We Build. Il fascismo è caduto ma se durava altri dieci anni il Ponte sullo Stretto sarebbe già realizzato. Il fascismo, il Prefetto Mori, hanno dato una sensazione di ordine ad un’isola che galleggia nel disordine, nell’arbitrio, nell’illegalità. È stata una parentesi, poi sono sbarcati gli americani, aiutati o meno dai più feroci antifascisti siciliani, i mafiosi, e tutto è tornato a posto, al suo modello da casba araba, alla solita Vucciria.
In Normandia ci vanno un sacco di turisti a vedere i luoghi dello sbarco, noi non ci proviamo nemmeno a promuovere questo turismo. Perché? Perché l’isola ha avuto tanti, ed ancora ne ha, di quegli sbarchi che non c’è li ricordiamo neanche più. Fenici, Cartaginesi, Greci, Romani, Vandali, forse per questo abbiamo tutto questo abusivismo, Longobardi, Bizantini, Arabi, Normanni, francesi Spagnoli, Austriaci, Inglesi, e chi più ne ha più ne metta. Pure Ulisse ci sbarcò sedotto o seduttore.
Siamo i campioni dello sbarco altrui, uno più uno meno, ci abbiamo fatto il callo, per questo a parte gli spiccioli di un bilancio regionale, che ha celebrato la giornata dell’operazione Husky, ai siciliani poco importa. Siamo apaticamente pronti al prossimo sbarco. Saranno i cinesi o i nigeriani?
Così è se vi pare