Consigliere comunale, presidente del Consiglio Comunale e un noto pregiudicato vicino a Cosa Nostra: i dettagli sul blitz scaturito dalle indagini su Messina Denaro.
Sotto shock il Comune di Petrosino, dopo che l’operazione della Dia ha portato alla luce un presunto scambio elettorale politico-mafioso. Sono due gli arresti: Marco Buffa, pregiudicato di 50 anni, e Michele Buffa, consigliere comunale del territorio del Trapanese.
Tra gli indagati ci sarebbe anche il presidente del consiglio comunale Aldo Caradonna.
Scambio elettorale politico-mafioso a Petrosino, le indagini
L’accusa rivolta agli indagati è quella di scambio elettorale politico-mafioso. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il pregiudicato Marco Buffa – vicino a Cosa nostra – avrebbe favorito l’elezione del candidato consigliere comunale di Petrosino. Questo, naturalmente, in cambio di qualche “favore” alla mafia.
I due arrestati si sarebbero incontrati ad aprile 2022. Il pregiudicato avrebbe svolto, secondo gli inquirenti, “una vera e propria campagna elettorale, anche accompagnando il politico, porta a porta, nelle case popolari, in cambio di denaro, della promessa di lavori socialmente utili per sé e per alcuni accoliti, nonché dell’assunzione di amici nell’azienda dove lavorava il candidato sponsorizzato”.
Sono ancora in corso le indagini sul caso. Si ricorda che gli indagati sono solo indiziati e la condanna non sarà definitiva fino a eventuale sentenza passata in giudicato.
Gli arrestati: Marco Buffa e Michele Buffa
Marco Buffa, pregiudicato 50enne arrestato e trasferito in carcere, è il primo indagato nel caso di presunto scambio elettorale politico-mafioso a Petrosino. Si tratta di un uomo vicino a Cosa nostra, che avrebbe favorito la campagna elettorale di coloro che si dimostravano disposti a favorire la criminalità organizzata in alcune faccende.
Il consigliere comunale indagato è Michele Buffa, agli arresti domiciliari. Sarebbe indagato, con la stessa accusa, anche il presidente del consiglio comunale. Il provvedimento, emesso dal gip di Palermo su richiesta della Dda, è partito dalle indagini che hanno portato alla cattura dell’ex latitante Matteo Messina Denaro, che il 6 settembre avevano portato all’arresto di 35 persone nell’ambito dell’operazione Hesperia. Le accuse per gli indagati erano, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, turbata libertà degli incanti, reati in materia di stupefacenti, porto abusivo di armi, gioco d’azzardo e altro, tutti aggravati dal metodo e dalle modalità mafiose.
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