L'attrice statunitense, famosa tra le numerose pellicole che ha girato da protagonista, per il suo ruolo nell'universo Avengers
“Sono stata ipersessualizzata ed ero convinta la mia carriera non potesse andare oltre. La cosa in qualche modo ha smesso di essere qualcosa di desiderabile ed è diventata qualcosa contro la quale stavo combattendo“. Scarlett Johansson, attrice statunitense, nota tra le numerose pellicole che ha girato da protagonista, per il suo ruolo nell’universo Avengers, interprete di Black Widow, ha rivelato un problema spiacevole del suo lavoro nel corso della partecipazione al podcast di Dax Shepard “Armchair Expert”.
La Johansson, splendida 38enne, pensa che “tutti mi abbiano ritenuta più grande di quanto fossi in realtà e questa cosa è andata avanti per molto tempo. Mi sentivo come se non stessi ricevendo offerte di lavoro coerenti con ciò che volevo davvero fare”.
Secondo l’attrice il mondo del cinema adesso “è diverso rispetto ai miei esordi – ha sottolineato – . I miei colleghi e le mie colleghe oggi possono fare tante cose diverse. È l’alba di una nuova era, oggi fortunatamente non è più permesso classificare gli attori come si faceva prima. Il progresso e il cambiamento sono molto importanti”.
L’esordio cinematografico come attrice bambina nel 1994 in Genitori cercasi, ottenendo i primi riconoscimenti per i suoi ruoli in Manny & Lo (1996), L’uomo che sussurrava ai cavalli (1998) e Ghost World (2001). Per i suoi ruoli nei film La ragazza con l’orecchino di perla (2003), Lost in Translation – L’amore tradotto (2003), Una canzone per Bobby Long (2004), Match Point (2005), Storia di un matrimonio (2019) e Jojo Rabbit (2019) ha ricevuto in tutto cinque candidature ai Golden Globe, quattro al Premio BAFTA e due candidature al Premio Oscar, e per il secondo film citato si è aggiudicata il BAFTA alla migliore attrice protagonista. Nel 2011 ha vinto un Tony Award per il suo ruolo nello spettacolo Uno sguardo dal ponte, venendo candidata anche ai Drama Desk Award.
