Cateno De Luca intervista Schifani yes man su autonomia - QdS

“Schifani uno yes man, sull’Autonomia ha servito lo Stato e non i siciliani”

“Schifani uno yes man, sull’Autonomia ha servito lo Stato e non i siciliani”

Chiara Billitteri  |
giovedì 09 Marzo 2023

Cateno De Luca: "Galvagno domani incontra Calderoli? Gli faccia vedere il biglietto aereo costato 600 euro. Anche io oggi a Roma, ma arrivo in treno".

“Hanno trovato uno ‘yes man’ e lo hanno piazzato in Sicilia. Parlo del presidente della Regione Renato Schifani: con il sì al disegno di legge sull’autonomia differenziata si è confermato il miglior becchino della Sicilia”.

Come è noto, Cateno De Luca, ex sindaco di Messina e adesso parlamentare all’Assemblea regionale siciliana, non ci va mai troppo per il sottile. Il tema, quello dell’autonomia differenziata, poi, gli è particolarmente caro. Perché per lui, che poi è un autonomista convinto, la proposta di legge in discussione a Roma non farà altro che dare alla Sicilia la ‘mazzata’ finale. Anche se è passata un po’ sotto silenzio – tra la crisi dei precari Covid e quella nella maggioranza – in realtà la discussione sull’autonomia differenziata infiamma parecchio gli animi dei deputati di Sala d’Ercole. 

E oggi, a Roma, è previsto l’incontro tra il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno e il ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli, ‘padre’ della proposta di legge che ha ricevuto il sì anche dalla giunta Schifani.

Il “sì” di Schifani, come se lo spiega?

“E’ semplice: il nostro presidente della Regione è il miglior servitore dello Stato che potessero mettere alla guida della Sicilia”.

Sembra un complimento.

“Dal mio punto di vista non lo è. Dovrebbe servire i Siciliani, non i suoi compagni di maggioranza a Roma. Oltretutto è stato talmente scorretto da votare ‘sì’ sapendo che c’era già la richiesta da parte nostra di una legge voto sull’argomento, da discutere in Assemblea regionale. Risale al 12 dicembre. Non solo se n’è infischiato, ma mortifica anche l’aula non presentandosi al dibattito che c’è stato due giorni fa”.

Un dibattito che non ha prodotto un granché.

“E’ stato totalmente inutile. Tardivo. E’ servito solo da sfogatoio, perché tanto ormai è tutto compiuto”.

Oggi il presidente dell’Assemblea incontra il ministro Calderoli e poi, dice, si tornerà a discutere della proposta di legge in aula a Palermo.

Ride. “Certo, si vedranno per scambiarsi le figurine Panini. Galvagno gli porterà la foto del suo biglietto per Roma, pagato 600 euro dalla Sicilia, chissà che gli farà vedere in cambio Calderoli”.

In effetti si sta parlando molto dell’insularità, pare che la inseriranno nella legge così com’è già oggi per la Sardegna.

“Tutti belli i principi. Ma se non mettono le risorse per abbattere i costi reali che senso ha? Ci vogliono i soldi, solo quelli contano. Anche io sono a Roma oggi. Sa come sono venuto? In treno, da Messina. Ho speso 50 euro e mi sono fatto 6 ore di treno perché l’aereo da Catania costava 350 euro, ma le pare normale?”

Fatto da voi parlamentari questo discorso fa un po’ sorridere, non glielo rimborsa l’Assemblea regionale il biglietto?

“Ma anche se fosse, è uno spreco e un principio che non accetto. Quando un aereo per Roma costerà 50 euro sempre, allora lo prenderò”.

Lei è un autonomista convinto, eppure è uno dei principali oppositori di questa legge.

“Certo, perché questo disegno di legge con l’autonomia non c’entra nulla. Il concetto di autonomia deve essere collegato a eguali punti di partenza. Ma chi è il folle che vuole diventare autonomo in un sistema dove altri territori sono dieci volte più avanti da tutti i punti di vista? Se non ci sono più risorse aggiuntive per potere colmare questo gap e avere eguali punti di partenza, significa che l’autonomia differenziata conclamerà il divario Sud-Nord in modo irreversibile”.

Lei ha da poco presentato il suo nuovo movimento civico, “Sud chiama Nord”. Come lo spieghiamo questo concetto ad un cittadino del Nord che magari l’autonomia per la sua regione la vuole?

“Le regioni del Nord hanno standard costruiti in questi anni sulla mortificazione del meridione, da un punto di vista di risorse economiche e di spesa storica. Sono dati della Banca d’Italia, non miei: la spesa per cittadino del meridione, in un anno, è di circa 13.000 euro, a fronte dei 19.000 euro di spesa pubblica per la popolazione del centro-Nord. E’ un dato statistico. Sono 60 miliardi di euro l’anno che sono stati tolti al meridione sul fronte della spesa pubblica, perché hanno fatto bene il loro mestiere i politici del Nord, mentre quelli del Sud hanno fatto gli ascari. Io con loro me la prendo”. 

il Nord ha risposto?

“Certo, alla costituente del mio movimento sono venuti da 18 regioni. E com’è noto, si è avviato un dialogo in modo particolare con Letizia Moratti. Tra noi c’è un comune denominatore, che è l’equità territoriale. Che serve anche al Nord, perché la qualità della vita peggiora anche lì, e anche loro non hanno interesse a che per raggiungere il Sud serva un mutuo. Ci troviamo in questa situazione perché non c’è stata la capacità di creare un movimento a trazione meridionalista, abbiamo eletto solo ascari. Solo che io non penso che siamo stati ‘stuprati’ o cose simili, non mi creo alibi. Purtroppo non riusciamo a uscire dal vittimismo. Ma il meridione soffre anche di una forte sindrome di Stoccolma, e finora ha sempre votato chi poi ha lavorato contro il suo popolo”.

Beh, in tanti hanno votato anche lei. Qual è il suo progetto?

“Le elezioni europee. Insieme con Letizia Moratti e Vittorio Sgarbi, che è innamorato di me. Dice che sono l’unica vera novità nel panorama politico italiano”.

E Renzi e Calenda? La Moratti alle regionali l’hanno appoggiata. Con loro parlerà?

“No”.

Cosa dovrebbe fare Calderoli per farle piacere questo disegno di legge sull’autonomia differenziata?

“Basterebbe aggiungere un solo comma in premessa: quando si raggiungeranno livelli uniformi delle prestazioni in tutto il territorio nazionale, saranno riconosciute forme di autonomia differenziata ai territori che lo richiederanno”.

Sui Lep (Livelli essenziali di prestazioni) ci stanno lavorando. C’è anche una cabina di regia creata proprio per definirli. Non basta?

“Non serve a niente la cabina di regia. I livelli essenziali ci sono già, perché finora siamo sopravvissuti. La sfida è uniformare le prestazioni da Nord a Sud. Ora gli standard non sono certo gli stessi, anzi, c’è un abisso. Questa cosa dei Lep è una finezza lessicale che nasconde quello che nessuno ha il coraggio di dire, e cioè che comunque con l’autonomia differenziata continuerà il principio della spesa storica: significa che sarà consentito mantenere quel divario dei 60 miliardi di euro l’anno, significa che ogni anno questi 60 miliardi di servizi pubblici continueranno ad essere dati al centro Nord, mentre il Meridione resterà sempre più indietro. Un disastro. E ci ricorderemo che un presidente della Regione siciliana a tutto questo ha detto sì senza fiatare”.

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