Tour di assemblee palermitane per Maurizio Landini, segretario nazionale della Cgil. Il 12 dicembre ci sarà un nuovo sciopero generale, questa volta contro la la finanziaria del governo Meloni, per Landini “ingiusta” e da contrastare facendo comprendere a Roma che la legge che si sta per varare premia i ricchi a discapito dei lavoratori meno abbienti. Nel giorno dello sciopero generale il 12 dicembre, è in programma a Palermo una manifestazione a carattere regionale, con corteo e comizio a Piazza Indipendenza. Laddove si affacciano il palazzo della Presidenza della Regione ed anche quello dell’Ars. In piazza anche le principali vertenze della Sicilia ed è prevista la partecipazione del mondo dell’associazionismo a partire da quello giovanile.
Landini a Palermo, l’attacco alla finanziaria del governo Meloni
Landini ripete fino allo sfinimento l’iniquità della legge finanziaria del governo Meloni, sottolineando anche quella che a suo avviso è falsità smentita dai fatti sullo stato del Paese e della Sicilia che, dall’Arnas Civico di Palermo, non può che essere ricordata anche per la generale inefficienza del Sistema sanitario regionale. “Sant’Agostino diceva che sono i numeri che danno il senso alle cose, e i numeri parlano”, risponde al nostro giornale Maurizio Landini in premessa. Poi prosegue: “Quando i salari sono diminuiti – dice la Banca d’Italia – dell’8%, e i profitti sono aumentati, hanno poco da raccontare. La crescita del Pil è andata a vantaggio di chi? E soprattutto perché ci sono i conti che tornano? Perché chi ha pagato più tasse sono i lavoratori dipendenti ed i pensionati: 25 miliardi di entrate in più”.
La Cgil sta avanzando al governo “delle richieste e delle proposte”, dice Landini da Palermo. Ma sullo stato di salute del Paese, secondo il segretario Landini “il governo sta raccontando balle”. Non mancano argomenti indirettamente connessi alla finanziaria, quali attività parallele di governo e legislativa. La riforma della Giustizia, che poco produce in favore dei cittadini italiani secondo il segretario sindacale in termini di giustizia. Tema sul quale ricorda lo sciopero generale del 5 dicembre “dei 12.000 precari che lavorano dentro la Giustizia e che a giugno del prossimo anno vengono lasciati a casa”.
Il “no” deciso alla riforma della Giustizia
Landini va giù dritto, prendendo posizione sulla riforma della Giustizia: “Non sono un tecnico ma, sinceramente non riesco a capire a cosa serve una separazione delle carriere rispetto alla Giustizia che non funziona”. Il segretario Cgil chiede anche se la differenza di tassazione che costa alle famiglie medie italiane gravi difficoltà per arrivare a fine mese verrà reso qualcosa per compensare la legge finanziaria: “Come abbiamo detto al ministro Giorgetti, come glieli date indietro questi soldi? Siete in grado, al limite, di investire in Sanità, per cui uno non ha più bisogno di pagare per farsi curare? Siete in grado di investire sulla scuola, in modo che anche il figlio di una persona che lavora possa andare all’Università senza avere i costi che ha adesso?”.
Il punto sullo sciopero generale
Presente al fianco del segretario nazionale anche Alfio Mannino, segretario di Cgil Sicilia. “Lo sciopero generale – dice Mannino- nella nostra regione si riempirà anche di contenuti e rivendicazioni a carattere regionale”. La visita di Landini e Mannino a Palermo per le assemblee di singoli comparti coincide con il giorno della mozione di sfiducia all’Ars nei confronti del presidente della Regione Siciliana. “Scioperiamo contro il degrado morale – dice Alfio Mannino – delle istituzioni regionali e per una finanziaria regionale che dia risposte alla collettività e in primo luogo ai giovani”.
Lo sciopero è però generale e quindi nazionale, e oltre le proteste dei siciliani per specifici temi locali, in un periodo in cui le piazze aumentano e toccano vari temi incluso il ponte sullo Stretto, Alfio Mannino ricorda che sul piano nazionale “occorre aumentare salari e pensioni, bloccare l’innalzamento dell’età pensionabile, investire su sanità e istruzione, piuttosto che sul riarmo, contrastare la precarietà, mettere in campo una riforma fiscale equa e politiche industriali e del terziario” ma “per quanto riguarda la Regione – aggiunge Mannino- rivendichiamo una finanziaria regionale che dia risposte alle giovani generazioni, alle donne, al mondo del lavoro. I giovani siciliani devono potere esercitare il diritto a costruire nella propria terra il proprio futuro. Diciamo no alla gestione clientelare delle risorse pubbliche che produce degrado su degrado. I fondi pubblici devono invece essere investiti su politiche dello sviluppo e del lavoro, sulle politiche giovanili, su una sanità accessibile a tutti, su diritti fondamentale come quelli all’istruzione e alla casa”.
