Venerdì nero per chi viaggia in aereo. Da mezzanotte e per tutta la giornata del 26 settembre è scattata la mobilitazione nazionale dei lavoratori aeroportuali, per chiedere il cessate il fuoco a Gaza.
Il sindacato Cub-trasporti ha indetto uno stop di 24 ore, nella stessa settimana iniziata con la mobilitazione nazionale delle città italiane in solidarietà ai civili della Striscia di Gaza. Allo sciopero di lunedì 22 settembre non aveva aderito il settore aeroportuale che torna oggi a incrociare le braccia anche per chiedere migliori condizioni contrattuali ed economiche per i lavoratori del comparto.
Le compagnie che si fermano e i voli garantiti
A chi ha già acquistato un biglietto non resta che sperare che il suo volo parta nelle fasce orarie garantite per legge – tra le 7 e le 10 e tra le 18 e le 21. Un’altra lista da consultare è quella dei voli garantiti dall’Enac, l’ente nazionale aviazione civile: oltre a quelli “di Stato, militari, emergenza, sanitari, umanitari e di soccorso”, partono:
tutti i voli, inclusi i charter, schedulati in partenza nelle fasce orarie 7/10 e 18/21
tutti i voli charter da/per le isole “regolarmente autorizzati o notificati anteriormente alla data di proclamazione dello sciopero”
i voli di collegamento con le isole “con unica frequenza giornaliera con esclusione del traffico continentale”
i voli schedulati “in orari antecedenti inizio astensione e ritardati per cause indipendenti dalla volontà delle parti”
viene assicurato “l’arrivo a destinazione negli aeroporti nazionali dei voli internazionali con orario stimato non oltre trenta minuti primi dall’inizio dello sciopero stesso”.
Perché si sciopera e cosa fare in caso di voli cancellati
Le ragioni dello sciopero nazionale sono spiegate dalla confederazione unitaria di base: “i lavoratori e le lavoratrici si mobiliteranno in difesa dei loro diritti e dei loro salari – spiega la Cub sul sito ufficiale – rilanciando anche le mobilitazioni di solidarietà per il Popolo palestinese vittima di un genocidio, nonché il sostegno incondizionato alla Flotilla ma anche affinché l’Italia e la UE sanzionino severamente Israele”. Oltre alla questione di Gaza, il comparto sciopera anche per motivi economici e contrattuali. Il segretario della Cub-Trasporti Antonio Amoroso ha denunciato che, mentre cresce il traffico passeggeri e merci, “aumenta lo sfruttamento e si tagliano salari e diritti dei lavoratori”.
Il contratto
A livello di contratto, si chiede una maggiorazione per i turni di domenica, “calcolato sulla paga attuale e il versamento dei relativi importi maturati dal 2007 ad oggi”, il pagamento dell’onere “per i lavoratori del lavaggio indumenti da lavoro dal 2007 ad oggi” e il versamento per ogni giorno di ferie della retribuzione comprensiva delle indennità di turno, di campo, giornaliera, per lavoro notturno, per lavoro notturno domenicale, per lavoro festivo e delle maggiorazioni per lavoro straordinario diurno, festivo e domenicale, “nonché del relativo ticket restaurant”.
Anche i passeggeri hanno dei diritti in caso di sciopero: se il volo viene cancellato, la compagnia deve dare assistenza e garantire pasti, bevande, una sistemazione in albergo e i trasferimenti da e per l’aeroporto. Come riferisce RimborsoAlVolo – che cita il regolamento CE 261/2004 – questi diritti spettano ai passeggeri se il volo viene cancellato senza un preavviso di almeno 14 giorni o in caso di un ritardo prolungato. La compagnia deve rimborsare il biglietto, far imbarcare su un altro volo verso la destinazione finale non appena possibile oppure garantire l’imbarco su un altro volo in una data successiva.

