Cronaca

Sciopero benzinai, sciopero confermato dalle 19, sindacati divisi sulla durata

“Troppo poco e troppo tardi per revocare lo sciopero. Il tentativo in extremis fatto dal Ministro Urso, peraltro apprezzato, non riesce ad intervenire con la necessaria concretezza”. Ad affermarlo in una nota congiunta sono Fegica, Figisc e Anisa che confermano quindi lo sciopero di 48 ore da questa sera fino alle 19 del 26 gennaio.

La presidenza nazionale Faib Confesercenti, riunita d’urgenza, a seguito dell’incontro con il ministro delle Imprese Adolfo Urso, ha valutato e ritenuto positive le aperture presentate e già formalizzate con un emendamento al decreto legge.

“In particolare – spiega Faib in una nota – ci sembra un risultato importante la significativa riduzione delle sanzioni, la razionalizzazione della cartellonistica sugli impianti, la rapida convocazione di un tavolo di filiera per affrontare gli annosi problemi del settore, a partire dall’illegalità contrattuale e dal taglio dei costi per le transazioni elettroniche”.

“In segno di apprezzamento del lavoro svolto dal Ministro e dai suoi collaboratori, e con l’obiettivo di ridurre il disagio alla cittadinanza, la presidenza Faib ha dunque deciso di ridurre a un solo giorno la mobilitazione. La decisione verrà presentata alla riunione di coordinamento con le altre sigle, fissata per domani mattina, mercoledì 25 gennaio”.

Quando inizia lo sciopero dei benzinai

Gli impianti di rifornimento carburanti rimarranno chiusi per sciopero – compresi i self service – per 48 ore consecutive, dalle ore 19 di questa sera alle ore 19 del 26 gennaio sulla rete ordinaria e dalle ore 22 di stasera alle 22 del 26 gennaio sulle autostrade.

Per tutte le informazioni utili su dove e quando è possibile fare benzina nei distributori aperti è possibile consultare questo articolo.

Sarebbe il primo sciopero durante il governo Meloni.

Cosa hanno le organizzazioni sindacali

Le organizzazioni Faib, Fegica e Figisc-Anisa hanno deciso la chiusura degli impianti per protestare contro le misure del decreto Trasparenza sui prezzi dei carburanti e in particolare contro l’esposizione del cartellone con il prezzo medio regionale settimanale e contro le sanzioni previste in caso di mancato rispetto della pubblicità dei prezzi.

Una protesta confermata anche dopo che il ministro Adolfo Urso, titolare del Mimit, aveva proposto un allegerimento delle misure.

Premier Meloni: “Non si torna indietro”

Ieri la premier Giorgia Meloni aveva difeso il provvedimento e affermato che non si torna indietro: “Li abbiamo convocati già due volte, il governo non ha mai immaginato provvedimenti per additare la categoria dei benzinai ma per riconoscere il valore dei tanti onesti. Poi la media del prezzo non diceva che erano alle stelle.

Sono state molto poche le speculazioni. Ma non potevamo tornare indietro su provvedimento che è giusto, pubblicare il prezzo medio è di buon senso. Su altro siamo andati incontro. Nessuno vuole colpire la categoria”.

Sigle avevano lasciato aperto spiraglio “fino all’ultimo minuto”

E’ in corso via web con il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso la riunione con i rappresentanti dei gestori dei carburanti che hanno proclamato lo sciopero di 48 ore a partire da stasera su strade e autostrade. Lo si apprende da alcuni partecipanti.

Sarebbe un tentativo sul filo di lana per scongiurare la chiusura delle stazioni di servizio.

Le organizzazioni Faib, Fegica e Figisc-Anisa, contrarie alle misure del decreto Trasparenza sui prezzi di benzina e gasolio, nell’arco delle tre riunioni (una a palazzo Chigi e due al Mimit) avevano sospeso lo sciopero poi confermato nonostante un’apertura di Urso con un allentamento del provvedimento.

Ma si sono sempre dette pronte a revocare lo stop di fronte ad una proposta convincente anche all’ultimo minuto prima della chiusura.