In diecimila a Palermo hanno aderito alla manifestazione Cgil-Uil. “Forbice ricchi-poveri si allarga, sia priorità dell’agenda politica”
PALERMO – Consistente partecipazione (circa 10 mila persone secondo i dati degli organizzatori) alla manifestazione indetta ieri da Cgil e Uil siciliane a Palermo davanti al teatro Massimo nel giorno dello sciopero nazionale indetto dalle due sigle per chiedere profonde modifiche alla legge di Bilancio.
Da tutte le province dell’Isola sono arrivati lavoratrici e lavoratori, di tutti i settori ( tranne che di quelli esentati dalla protesta come quelli della sanità) pensionati e pensionate, ma anche giovani che chiedono un futuro nel mondo del lavoro. Alta in alcune realtà anche l’adesione allo sciopero: il 100% tra gli edili del cantiere del passante ferroviario a Palermo, il 25% sempre a Palermo nel pubblico impiego. Il 100% alla Sasol e alla Sonatrach, aziende dell’area industriale di Priolo. In tutta la zona industriale di Siracusa ha incrociato le braccia l’80% dei lavoratori del diretto e dell’indotto. A Catania adesione del 73% alla Coca Cola e alla Pfizer; a Ragusa del 75% alla Sofad (commercio) l’ 80% alla Cosedil, il 100% alla Metra, il 90% al cantiere Versalis Il 76% dei lavoratori dell’indotto della raffineria di Milazzo ha scioperato cosi come il 100% dei lavoratori dell’Abbazia Sant’Anastasia, un ‘azienda vitivinicola e di agriturismo di Castelbuono, in provincia di Palermo. Voli cancellati all’aeroporto di Catania e 76% di adesione nella logistica e nel trasporto pubblico locale.
Soddsifazione è stata espressa dai segretari regionali di Cgil e Uil, Alfio Mannino e Luisella Lionti. “Una grande partecipazione- hanno detto – che dà il segno del diffuso malcontento verso una manovra economica che non dà risposte ai problemi della Sicilia e dei siciliani”. La Uil avverte che questo è solo il primo passo. “Abbiamo indetto lo sciopero per una manovra fiscale più equa – ha detto Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil – e per dare risposte a precarietà sul lavoro e per avere risposte sullo stato sociale in questo Paese, non solo sulla pensione. Abbiamo proclamato sciopero per avere risposte più precise dal governo e sapere le risorse su questi temi. Abbiamo raggiunto già due risultati: abbiamo costretto la società e la politica a interrogarsi, la narrazione era che nel paese andava tutto bene, che il Pil era al 6%. Ho rispetto per la Cisl e chiedo e pretendo rispetto”.
Maurizio Landini, segretario generale delle Cgil ribatte sulla intenzione dei sindacati di non rinunciare a chiedere la riforma delle pensione, del fisco, la lotta al precariato. “Lunedì ci hanno convocato per la riforma delle pensioni e noi andiamo. Vogliamo una riforma delle pensioni, non vogliamo tornare alla Fornero, non ci accontentiamo. Sono cambiati i governi, ma non le nostre posizioni”. Landini auspica unità: “Ragioneremo con Cisl e Uil, è il momento di andare nelle scuole e nelle associazioni. Mi auguro che la piazza di sabato della Cisl sia piena perché abbiamo bisogno di unità sindacale”. Appoggio ai manifestanti giunge da Claudio Fava. “Senza equità non c’è futuro – ha detto – In questo paese, e in Sicilia, negli ultimi anni, la forbice tra ricchi e poveri si è allargata. Invertire questo processo deve essere una priorità dell’agenda politica”.
Di sciopero sbagliato e controproducente ha parlato invece Paolo Capone, segretario generale dell’Ugl. “Il rischio concreto è quello di interrompere il processo di interlocuzione e di dialogo con le Istituzioni su temi centrali come le politiche industriali e la riforma delle pensioni. Occorre intensificare il confronto fra Governo e sindacati per avviare un percorso orientato alla crescita e alla creazione di nuovi posti di lavoro”.