La manifestazione, indetta da Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, prevede il concentramento a piazza Politeama, da dove partirà il corteo diretto in Prefettura
Corteo a Palermo in occasione dello sciopero nazionale del settore delle Telecomunicazioni. La manifestazione, indetta da Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, prevede alle 9.30 il concentramento a piazza Politeama, da dove partirà il corteo diretto in Prefettura. “Un settore giunto a un bivio drammatico, in cui le contraddizioni, denunciate da tempo dalle sigle sindacali, stanno esplodendo. A rischio è la tenuta occupazionale di tutto il comparto e dell’indotto”, dicono i sindacati. Uno sciopero contro lo scorporo di industrie e servizi nelle telco, i “ritardi allarmanti” su banda ultralarga e 5G, “l’arretratezza digitale” dei territori, il dumping contrattuale delle aziende del customer relationship e dei processi outsourcing, che “comprime salari e diritti”. Una protesta, avvertono le parti sociali, per difendere oltre 20mila posti di lavoro e rimettere il settore Tlc al centro della transizione digitale del Paese.
“La situazione delle aziende palermitane rispecchia quelle del settore – dice il segretario generale Slc Cgil Palermo, Fabio Maggio -. Almaviva, la più grande azienda del comparto, sta dismettendo totalmente la sua presenza in città. Ci sono serie criticità per i 220 lavoratori della commessa 1500 (servizio emergenza sanitaria), per i circa 40 lavoratori della commessa American Express, per i circa 190 lavoratori del cambio appalto Trenitalia, per Abramo in amministrazione giudiziale. E ancora – prosegue – per Comdata è stato attivato l’ammortizzatore sociale sulla commessa Tim, a System House è incerto il futuro dei 225 lavoratori, in vista della scadenza del contratto di servizio elettrico nazionale. E poi ci sono le procedure di licenziamento su Vodafone, la procedura di separazione della rete avviata in WindTre, la separazione della rete di Tim in una fase di stallo totale, che appesantisce la situazione aziendale già molto critica”.
“Il modello economico dell’ultimo ventennio – prosegue Maggio – ha prodotto dinamiche completamente sbagliate. Il settore delle telecomunicazioni in tutti i Paesi tecnologicamente avanzati è uno dei pochi comparti che riesce a generare occupazione di qualità in aziende con una discreta redditività. Nel nostro Paese, invece, il lavoro è sempre più precario e l’intero settore brucia un miliardo di ricavi all’anno creando un lento e inesorabile stillicidio occupazionale che nell’ultimo decennio ha dimezzato la forza lavoro dei principali gestori italiani”.