PALERMO – Quello delle scommesse sportive online rappresenta per la Sicilia un settore in rapida crescita, che riflette il cambiamento nei modelli di consumo in corso ormai da tempo. Lo sottolinea l’istituto di ricerca Eurispes attraverso un report sul settore pubblicato nella giornata di mercoledì 20 agosto. La nostra Isola, infatti, si conferma come una delle Regioni italiane in cui si scommette di più, in particolare attraverso i circuiti online.
La Sicilia una delle Regioni in cui si scommette di più
Secondo l’analisi, realizzata su dati dell’Agenzia delle dogane e dei Monopoli, in relazione all’anno 2024 la Sicilia figura al quarto posto nel Paese per raccolta totale di entrate di 15,2 miliardi di euro, venendo superata in classifica soltanto da Lazio (16,6 miliardi), Campania (20,5 miliardi) e Lombardia (24,8 miliardi). Di questi, 4,4 miliardi sono stati raccolti attraverso il canale fisico, mentre i rimanenti 10,8 miliardi sono stati ottenuti tramite le piattaforme online.
Per quanto riguarda la spesa pro capite, la Sicilia segna 287,16 euro per il gioco fisico, mentre si parla di 145,80 euro per il gioco online. Quest’ultimo dato, in particolare, pone il territorio siciliano al terzo posto su scala nazionale e conferma – sottolinea Eurispes – come l’Isola rispecchi la tendenza del Sud Italia “ad avere una maggiore propensione ad utilizzare il canale online”, poiché la stessa Sicilia, insieme a Campania e Puglia, presenta “tassi di spesa pro capite tra le due e le tre volte maggiori di quanto non accada nelle Regioni del Nord”.
Inoltre, contrariamente a quanto si possa pensare, un migliore accesso a Internet e una maggiore copertura di rete non sempre sono direttamente proporzionali alla spesa online e all’apertura di nuovi conti con dati più alti di quanto non accada in aree del Paese dove l’infrastruttura è ancora carente.
Al contrario, ribadisce il report, “Regioni come Campania e Sicilia, con la banda larga che copre circa il 35% del territorio regionale, hanno tassi di apertura di nuovi conti e di spesa pro capite on line il doppio o il triplo di quanto fatto registrare in regioni come Veneto, Toscana o Emilia-Romagna dove la copertura della banda larga arriva a raggiungere circa il 90% del territorio regionale”. Queste differenze, secondo Eurispes, più che da “fattori infrastrutturali” possono essere spiegate “da una serie di elementi culturali o anagrafici”.
Apertura di nuovi conti online
Per quanto riguarda l’apertura di nuovi conti online (dati 2022) in rapporto alla popolazione totale, poi, il report di Eurispes mette in luce una netta differenza tra le regioni del Nord e del Sud. La Campania si conferma in testa con il 16,1% di tutte le aperture, a a fronte di circa il 9,7% della popolazione nazionale.
Una tendenza simile a quella riscontrata anche in Sicilia, dove le nuove aperture sono calcolate all’11,05%. Un “over-performance” che “suggerisce un rapido passaggio al digitale in aree tradizionalmente legate allo sportello fisico”.
Secondo l’Istituto, questo andamento può essere spiegato attraverso una serie di elementi come “la presenza di una popolazione più giovane, tassi più elevati di lavoro autonomo o saltuario, l’efficacia di una serie di offerte e pubblicità come il bonus primo deposito, il cashback, conti zero-fee e servizi in app”.
Il problema della ludopatia
I dati di Eurispes sulle scommesse sportive nel nostro Paese sollevano ancora una volta il problema della ludopatia. In un Paese che, nel 2024, ha visto crescere a oltre 157 miliardi di euro il totale giocato dai cittadini italiani – il 6,5% in più rispetto al 2023 quando ci si era fermati a 146 miliardi di euro -, si contano almeno 18 milioni gli italiani coinvolti nel gioco d’azzardo, almeno secondo l’ultima indagine condotta dall’Istituto superiore della sanità (Iss) e riferita al 2018.
Di questi, “1,5 milioni sono considerati ‘problematici’, ovvero faticano a gestire il tempo da dedicare al gioco, a controllare la spesa, alterando i comportamenti sociali e familiari. La preoccupazione cresce soprattutto rispetto alla popolazione scolastica minorenne (14-17 anni), dal momento che il 29,2% aveva dichiarato di aver praticato gioco d’azzardo almeno una volta nei 12 mesi antecedenti l’intervista. Il 3% di questi, inoltre, avrebbe dimostrato sintomi di un rapporto problematico con il gioco”.

