Nulla da fare per Totò Cuffaro. Il Tribunale di Roma ha respinto il ricorso dell’ex presidente della Regione Siciliana sull’utilizzo del simbolo dello scudo crociato, che rimarrà in mano all’Udc.
I giudici hanno infatti dato ragione al partito retto da Lorenzo Cesa, decretando che l’associazione “Democrazia cristiana” di Cuffaro “non sarebbe espressione dello storico partito” e, pertanto, non avrebbe diritto ad agire come suo “rappresentante.
Cuffaro: “Simbolo e Dc rimarranno separati”
Subito dopo il responso del Tribunale romano, l’ex governatore siciliano ha replicato affermando di non procedere a presentare un nuovo ricorso.
“Abbiamo chiesto al Tribunale di Roma che lo scudo crociato potesse riunirsi alla Democrazia cristiana. Il giudice, invece, ha sentenziato che debbano rimanere separati e che il diritto di utilizzarlo come simbolo resta dell’Udc”, ha detto Cuffaro.
“Non presenteremo ricorso – ha aggiunto – e continuiamo a sostenere l’importanza storica ed ideale di riunire lo scudo crociato con la Dc e che questo abbia senso solo se tutte le diverse anime di ispirazione democristiana troveranno le ragioni per farlo e per tornare insieme, ma è una decisione politica”.
“Continueremo con nostro simbolo”
“Per quanto riguarda noi, abbiamo già il nostro simbolo e il nostro nome che nessuno può toglierci. Andiamo avanti col nostro segno al quale ci siamo affezionati, che è stato riconosciuto e convalidato dal Ministero dell’Interno ed apprezzato dagli elettori e che ci sta dando grandi soddisfazioni”, ha concluso Cuffaro.

