“Non c’è più tempo, è necessario stabilire le regole per la ripartenza dell’anno scolastico e procedere immediatamente al potenziamento degli organici, dei trasporti e al miglioramento dell’edilizia scolastica”. È questa l’osservazione principale sottoposta dal segretario regionale della Flc Cgil Sicilia, Adriano Rizza, nel corso del tavolo regionale sull’avvio dell’anno scolastico che si è tenuto a Palermo, lunedì scorso, presso l’Ufficio scolastico regionale, alla presenza del dirigente Stefano Suraniti, della ministra Lucia Azzolina, dell’assessore regionale Roberto Lagalla e del presidente dell’Anci Leoluca Orlando.
“A sole poche settimane dall’avvio dell’anno scolastico – aggiunge – si continua a discutere intorno a tavoli nazionali, regionali e territoriali, ma continuano a mancare indicazioni chiare da parte di chi ha la responsabilità di assumersele, richiamando quell’autonomia di cui godono le scuole. Tutto questo a discapito delle scuole e dei dirigenti scolastici che di fatto si sono dovuti trasformare in geometri e ingegneri per calcolare e capire quanti alunni possono stare in una classe, con l’obiettivo di garantire quei parametri di sicurezza necessari per l’avvio del nuovo anno scolastico e di cui comunque i nostri dirigenti scolastici saranno responsabili”.
“In merito alla nomina diDomenico Arcuri quale commissario straordinario – continua Rizza – quello che ci sta a cuore è che si cominci a lavorare al più presto per creare quelle condizioni necessarie per garantire l’avvio delle attività in sicurezza, partendo dal presupposto che la nostra regione si trova in una condizione decisamente peggiore rispetto a molte scuole del Centro-Nord. Saranno ingenti le risorse che arriveranno e noi come Flc Cgil Sicilia auspichiamo che vengano utilizzate nel modo giusto recuperando tutti quei gap già presenti nella nostra regione ancora prima della pandemia e che sono aumentati in modo esponenziale in questi ultimi mesi”.
“Questa – prosegue – potrebbe essere l’occasione per la riduzione degli alunni per classe migliorando di fatto la qualità dell’offerta formativa e prevenendo quelle forme di abbandono scolastico che raggiungono percentuali altissime nella nostra regione. Ma soprattutto per aumentare il tempo scuola, dal tempo pieno (la Sicilia è fanalino di coda in Italia), al passaggio dalle 27 alle 30 ore nella primaria, alla valorizzazione del segmento 0-6 anni”.
“Tutto ciò – conclude Rizza – creerebbe i presupposti affinché i siciliani possano avere maggiori possibilità di lavorare nella propria terra, arginando quell’esodo di massa verso il CentroNord che, insieme al calo demografico, è anche la causa della riduzione degli alunni nella nostra regione. Allo stesso tempo consentire a tutti quei docenti “prigionieri” nelle scuole del Nord dopo le immissioni in ruolo della Legge 107 di ricongiungersi ai propri cari”.