Scuola, Blocco Studentesco: A Roma manichini impiccati

Scuola, Blocco Studentesco: “A Roma manichini impiccati e striscioni contro Valditara e tagli”

Scuola, Blocco Studentesco: “A Roma manichini impiccati e striscioni contro Valditara e tagli”

Redazione  |
lunedì 12 Dicembre 2022

"Vi avevamo avvisato a maggio": - così inizia la nota di Federico Pisani, responsabile romano del Blocco Studentesco

Durante la notte sono apparsi dei manichini impiccati e diversi striscioni in giro per la capitale contro i tagli alla scuola e contro il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. “Vi avevamo avvisato a maggio: – così inizia la nota di Federico Pisani, responsabile romano del Blocco Studentesco – la linea sulla scuola era già tracciata da anni e, come potevamo immaginare, il nuovo governo non si è minimamente discostato dal programma di decrescita. Secondo le tabelle allegate alla nuova manovra ci saranno ulteriori tagli. Infatti, i 52,3 miliardi di euro dovrebbero lasciare il posto ai 51,9 miliardi nel 2023, per poi arrivare a 48 miliardi nel 2025. Quindi, 4 miliardi in meno, come già previsto dal governo Draghi”.

“Questi tagli vengono giustificati col problema della denatalità. Perché ovviamente è più semplice disincentivare i genitori all’idea di poter dare una degna istruzione ai figli o, meglio ancora, avere proprio dei figli. – continua Pisani nella nota – Il decremento della popolazione scolastica avrà ricadute serie anche sugli organici degli insegnanti. Tra 12 anni sono previsti circa 1,3 milioni di alunni in meno.”

“Il Blocco Studentesco – prosegue la nota – ha la memoria lunga e non si lascia di certo ingannare dalle false promesse del ministro Valditara. Per questo abbiamo affisso nella notte diversi striscioni: davanti al liceo Augusto, all’istituto Carlo Cattaneo, al liceo Machiavelli e al Ministero. Tutti contornati da alcuni manichini impiccati che rappresentano l’istruzione, martoriata e uccisa da tanti governi, compreso quello attuale. Questa scuola va rifondata – conclude la nota – Non basta cambiare i nomi ai ministeri ed infarcirli di belle parole. Il Blo

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