Ostacoli all'intitolazione dell'istituto di Castelvetrano al piccolo Giuseppe Di Matteo, vittima di mafia. Intervista al giudice Fabrizio Guercio.
Scuola intitolata al piccolo Giuseppe Di Matteo, vittima innocente di mafia? Quella che sembrava un’idea semplice e immediatamente attuabile ha trovato nel suo percorso una serie di ostacoli e polemiche.
QdS ne ha parlato con il dottor Fabrizio Guercio, giudice penale applicato al tribunale di Marsala e presidente della sottosezione locale dell’Anm, ispiratore dell’iniziativa.
L’idea
Come nasce l’idea dell’intitolazione della scuola “Ruggero Settimo a Giuseppe Di Matteo?
“L’idea nasce all’indomani della cattura di Matteo Messina Denaro. Come presidente della sottosezione dell’ANM di Marsala stavo riflettendo sulle iniziative da organizzare in occasione del prossimo anniversario delle stragi del ’92. Già lo scorso anno avevamo realizzato delle iniziative che erano principalmente rivolte ai giovani. Quando lessi, sulla stampa, che la scuola ‘Ruggero Settimo’ era quella che aveva frequentato Matteo Messina Denaro da bambino, mi è subito venuto in mente che proprio gli allievi di quella scuola elementare, lo scorso 23 maggio, si erano aggiudicati il primo premio del contest artistico “I colori della memoria” da noi organizzato”.
Di cosa si trattava?
“Nello specifico i ragazzi hanno realizzato una poesia sull’antimafia dedicata a Falcone e Borsellino. Sono stati scelti dalla commissione artistica, presieduta dallo street-artist TV Boy, che la ritenne l’opera migliore. Non mi piaceva il fatto, anche per questo, che proprio quei ragazzi potessero essere associati a Matteo Messina Denaro solo perché lui aveva frequentato quella che oggi era la loro scuola. Ho sottoposto questa mia idea all’assemblea dell’ANM, convocata pochi giorni dopo. La risposta dei colleghi è stata molto favorevole. Contattai quindi telefonicamente, in maniera informale, sia la dirigente scolastica professoressa Simanella sia il provveditore agli studi dottoressa Vaccara. Entrambe erano contente ma soprattutto il provveditore era entusiasta dell’iniziativa”.
L’idea della scuola intitolata a Giuseppe Di Matteo e gli ostacoli
Quindi avete formalizzato la proposta…
“Esattamente. Attraverso una PEC abbiamo dato il via all’iter necessario formalizzando la richiesta per iscritto e, contemporaneamente, abbiamo diramato un comunicato stampa. Subito dopo la sua diffusione ho ricevuto una telefonata da parte della dirigente scolastica che mi informava che aveva anticipato, ad alcuni genitori e docenti, e aveva riscontrato delle perplessità”.
Relativamente a cosa?
“Principalmente perché c’era il dubbio di offendere la memoria di Ruggero Settimo, cui è dedicata la scuola, e perché quella scuola porta questo nome da 70 anni e rappresenta un’istituzione per la città di Castelvetrano, un punto di ritrovo e di riferimento. A fronte di queste perplessità, che non so dire se espresse da insegnanti o da genitori, la dirigente mi fece, in via informale, una contro proposta”.
Di cosa si trattava?
“Quella di non cambiare il nome della scuola, anche perché poi ai ragazzi avrebbero dovuto spiegare chi era il piccolo Giuseppe Di Matteo e il perché la scuola era stata intitolata a lui, ma di assegnare il nome del bambino vittima di mafia a una delle cinque palazzine che compongono la struttura scolastica, quella che ospita la sede della Presidenza e della segreteria, e contestualmente titolarne un’altra al Beato Pino Puglisi, anche lui vittima della ferocia mafiosa”.
“Scelta simbolica”, ma contestata
Quale fu la vostra posizione?
“Ribadimmo, d’accordo con i colleghi, che ritenevamo lodevole l’idea assegnare al Beato Pino Puglisi una delle due palazzine non ancora intitolate a nessuno, ma che ritenevamo che il nome di Giuseppe Di Matteo avrebbe dovuto sostituire quello di Ruggero Settimo. Il segnale che volevamo, e vogliamo, dare era chiaro. Quella scuola è a poche centinaia di metri dalla casa di famiglia dei Messina Denaro e che questa avrebbe rappresentato una scelta simbolica con un alto contenuto etico”.
“Tra l’altro, se inizialmente avevo pensato a una possibile intitolazione di quella scuola a un eroe dell’antimafia, proprio perché una scuola ci è sembrata più adatta la scelta della dedica al piccolo Di Matteo, bambino come quanti la frequentano. Il messaggio doveva essere chiaro: questi ‘uomini d’onore’ di onore non ne hanno mai avuto e non ne hanno oggi e anche il fatto che abbiano rapito un bambino e l’abbiano tenuto prigioniero per due anni prima di scioglierlo nell’acido lo dimostra. Oggi il rischio è quello di una sottile mitizzazione della figura di Messina Denaro parlando dei suoi occhiali, delle sue donne, della sua auto, dei suoi beni materiali derivanti dai suoi atti criminali. È invece accertata processualmente la sua responsabilità come uno dei mandante dell’omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo, vittima innocente di mafia”.
“In realtà abbiamo preso dovuto prendere atto che, pur non essendo d’accordo, avrebbe potuto essere percorsa la strada dell’intitolazione di una singola palazzina. Nei giorni successivi, anche grazie alla pressione della stampa che ne ha parlato, ho sentito la dirigente Simanella che, di nuovo, ha espresso la sua volontà di procedere all’intitolazione della scuola. Invariato è stato il parere del provveditore Vaccara, oggi ancor più determinata nella scelta”.
La polemica sui social
Anche sui social c’è stata un’alzata di scudi a fronte di questa proposta…
“Sì. Ho letto alcuni commenti che la definivano una pagliacciata, altri che queste iniziative avrebbero dovuto essere prese anche quando il boss era latitante e che, addirittura, adesso è facile comportarsi da leoni. Questo, però conferma, che alcune resistenze ci sono state e ci sono. Non so se dire se ciò dipende dal non voler urtare la sensibilità di Ruggero Settimo o se dal non voler fare un affronto, uno smacco, a Messina Denaro nel territorio di origine, visto che oltretutto la scuola insiste davanti alla sua abitazione. Non so se questo sia il segnale di omertà o connivenza con la criminalità organizzata o a una voluta sottovalutazione del fenomeno. Mi auguro che si tratti solo di una sorta di pigrizia, refrattarietà al cambiamento oppure una sfiducia, più o meno comprensibile, nei confronti dello Stato e della Magistratura”.
“Ma non dobbiamo cadere nello stereotipo indicando che tutto quel tessuto sociale, quello di Castelvetrano o di Campobello di Mazara, sia omertoso, refrattario o connivente… Assolutamente d’accordo. Non tutti i castelvetranesi e i campobellesi sono da ritenersi omertosi o complici anzi tra loro molti sono meritevoli, onesti e lontani dalle logiche mafiose. Lo sperimentiamo nel rapporto che abbiamo con i ragazzi, che sono tra i primi che esprimono il desiderio di cambiare”.
Scuola dedicata a Giuseppe Di Matteo? Si attende il futuro
Come andrà a finire?
“Il percorso originario iniziato andrà avanti. La professoressa Simanella, che ho sentito nei giorni scorsi, ha detto di essere convinta che la proposta andrà in porto e che nessun docente voterà contro anche perché, come dicevo prima, il provveditore Vaccara è sempre più convinta dell’iniziativa. Per mercoledì prossimo, alle 16.30, è stata convocata una riunione a cui è stata invitata la stampa. Sarà poi il momento di affrontare l’iter burocratico, ossia servirà l’approvazione del Consiglio Comunale e della Prefettura”.