A poche ore dal ritorno in classe per gli studenti delle scuole superiori in Sicilia, abbiamo deciso di dar voce a tre studenti di Siracusa che hanno voluto raccontarci inquietudini e speranze sul loro futuro.
È arrivato il giorno del ritorno alle lezioni in presenza dopo oltre tre mesi di didattica a distanza. Con la Sicilia zona arancione, dopo il rientro in presenza lunedì scorso degli alunni delle seconde e terze medie, l’8 febbraio è il turno della metà dei ragazzi delle superiori.
L’assessore all’Istruzione Lagalla ha confermato l’avvio delle lezioni. Per i presidi è tutto ok, ma i ragazzi hanno organizzato una protesta per oggi.
La Rete degli Studenti Medi direzione Sicilia è pronta alla mobilitazione. Previsto, questa mattina, un sit-in anche a Siracusa. “Non tutte le scuole sono pronte per il rientro in sicurezza di tutti gli studenti e di tutte le studentesse – hanno dichiarato dalla Rete -. I trasporti pubblici dedicati ai pendolari non sono in grado di garantire una giusta sicurezza all’interno dei trasporti, un adeguato distanziamento sociale e la giusta sanificazione degli ambienti”.
A fare i conti di questa emergenza sanitaria sono stati anche i giovani. Questa situazione che effetto ha avuto e potrà avere, ad oggi, sugli studenti? A rispondere a questa domanda sono stati Luca, Francesco e Giulia: i tre rappresentanti di istituto dei licei “L. Einaudi”, “T. Gargallo” e “O. M. Corbino” di Siracusa.
Faticano ad esprimere le
loro emozioni, nel corso dell’intervista, sono segnali che ci raccontano di una
generazione che paga il prezzo più alto di questo periodo di pandemia, dei
continui cambiamenti a cui la scuola è andata incontro. La chiusura improvvisa,
le lezioni in lockdown, la didattica mista, poi solo a distanza, la riapertura
delle superiori (al 50-75%) che sta avvenendo in queste settimane con calendari
diversi a seconda della Regione.
Intanto a Siracusa, nel drive in nell’area ex Onp di contrada Pizzuta, sono in corso i tamponi rapidi (organizzati dall’Asp locale in collaborazione con i sindaci e i dirigenti scolastici del territorio) rivolti agli studenti e al personale degli istituti scolastici superiori per il rientro a scuola. I tamponi continueranno a essere effettuati nelle prossime settimane.
Gli studenti di licei e istituti superiori che sono già tornati a scuola, nel resto del Paese, hanno protestato perché questo rientro avvenisse in condizioni di sicurezza. Tra gli studenti siracusani la questione “sciopero e minacce di assembramenti” è ancora aperta. Luca, Francesco e Giulia sono convinti che: “manifestare sarebbe un gesto sconsiderato, vanificherebbe lo sforzo compiuto in queste ultime settimane per impedire l’aumento dei contagi e permettere a noi studenti di poter tornare tra i banchi di scuola”.
A poche ore dalla riapertura, i tre giovani rappresentanti hanno voluto tracciare un loro personale bilancio, dopo oltre tre mesi di didattica a distanza: il desiderio di rientrare in classe per uscire dall’isolamento e il bisogno delle sicurezze e dei ritmi perduti. Ma anche lo smarrimento, l’ansia, l’irritazione. Le loro proposte per aiutare una generazione, la loro, in difficoltà.
Marco Panasia