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Scuola, anche in Sicilia nelle chat Whatsapp è caccia ai non vaccinati, la denuncia

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Scuola, anche in Sicilia nelle chat Whatsapp è caccia ai non vaccinati, la denuncia

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lunedì 06 Settembre 2021

La vicepresidente dei genitori di Articolo 26 del Fonacs spiega anche le preoccupazioni per le presunte "classi Covid-free senza mascherine"

“La caccia all’untore è già cominciata sulle chat Whatsapp. I rischi di discriminazione sociale, ghettizzazione e bullismo tra alunni vaccinati e non vaccinati sono inimmaginabili. Li avevamo segnalati al ministro dell’Istruzione a un tavolo consuntivo al Ministero in un incontro lo scorso 25 agosto. Ci aveva dato garanzie, oggi non le vediamo confermate”. La denuncia è di Chiara Iannarelli, vicepresidente dei genitori di Articolo 26 che fa parte del Fonacs, il Forum nazionale delle associazioni dei genitori della scuola.

Iannarelli afferma: “siamo molto preoccupati dalle dichiarazioni di Bianchi secondo le quali nelle classi con soli alunni vaccinati cesserebbe l’obbligo della mascherina“. Secondo l’Associazione, lo studio in corso per l’attuazione di questa procedura con l’Autorità per la privacy non scongiurerebbe il rischio: “Da genitori sappiamo che queste dinamiche non potranno essere arginate e che sono già cominciate tra i ragazzi nei loro gruppi e sulle loro chat di Whatsapp. E’ inevitabile che tra compagni sappiano e si dicano chi è vaccinato e chi no. Ci chiediamo come si possano creare altre situazioni di innesco di meccanismi di isolamento tra adolescenti, già provati da questa crisi che ha innalzato i tassi di disagio psicologico giovanile in Italia e che vedranno limitata la loro socialità e l’accesso allo sport anche nelle prossime settimane”.

Non da meno “le preoccupazioni per i rischi di contagio che molte famiglie e docenti nutrono, data l’evidenza scientifica che anche i vaccinati possono trasmettere il virus. Gravissimo è infine il rischio di violazione della privacy a cui si andrebbe incontro se la scuola chiedesse di attestare lo stato di vaccinati o non vaccinati agli alunni. La scuola pubblica deve essere inclusiva per tutti. Ci auguriamo – conclude – che le disposizioni ufficiali del Ministero confermino al più presto un cambio di direzione rispetto a questa ipotesi, affinché essa sia sgombrata da ulteriori carichi e spaccature proprio all’ avvio di un anno già drammatico in cui serve l’impegno e la coesione tra tutti una ripartenza sicura e serena”.

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