La carenza di aule continua a restare un problema di difficile soluzione. La Città Metropolitana paga per gli affitti circa un milione di euro l’anno, ma serve un’ulteriore riorganizzazione
MESSINA – Per le riqualificazioni e la messa in sicurezza delle scuole, Comune e Città Metropolitana hanno iniziato un percorso impegnativo. Se alcuni interventi sono già in atto, altri attendono la conclusione delle procedure di gara o i finanziamenti.
Ciò che sembra più complicato risolvere, invece, è la carenza di aule, malgrado i locali in affitto e per cui la Città Metropolitana paga circa un milione di euro l’anno. Si sono fatte nuove manifestazioni di interesse, si è cercato con accordi di fare convivere nello stesso plesso scuole diverse, ma è difficile trovare una sintesi tra le diverse esigenze, mentre le criticità in alcuni istituti sono aumentate, specie con le norme sul distanziamento introdotte per il Covid.
Per la Città Metropolitana la matassa più difficile da sbrogliare resta la querelle tra Istituto Verona Trento e Nautico Caio Duilio. Dopo gli anni in cui l’imperativo categorico era risparmiare e razionalizzare, due anni fa il Ministero ha messo a disposizione delle risorse per gli affitti. “L’ex Provincia – racconta Nuccio Miceli, responsabile servizio Edilizia metropolitana della IV Direzione – ha pubblicato delle manifestazioni d’interesse per risolvere la difficile convivenza tra i due istituti superiori. La preside del Verona Trento, Simonetta Di Prima, ha evidenziato più volte la necessità di riavere le aule che aveva ceduto al Nautico. Ci sono state alcune proposte arrivate negli uffici della Città Metropolitana, tra queste la preside del Caio Duilio, Maria Schirò, ha accolto positivamente soltanto il plesso sul mare di via Don Blasco. Il prefetto ha convocato un tavolo tecnico, ma in quella sede la preside Di Prima ha chiesto che venisse dato seguito a un atto del 2015 del commissario straordinario Filippo Romano in cui si stabiliva, per razionalizzare le spese, l’utilizzo per il Nautico dei locali del Majorana, di proprietà dell’Ente e occupato solo in parte dalla sezione staccata del Verona Trento. Per il prefetto si deve dare corso alla delibera. La preside Schirò però si è opposta spiegando in un documento le sue motivazioni”.
Si è tornati quindi a una fase di stallo mentre al Majorana si sta lavorando per eliminare le criticità esistenti in attesa che il plesso venga utilizzato in tutti i suoi spazi. Una soluzione, invece, è stata trovata per lo scientifico Seguenza di piazza Antonello a cui non bastavano più neppure le aule affittate all’Istituto Cristo Re. “Il plesso delle Ancelle Riparatrici di via Palermo – spiega Miceli – ha risolto il problema, perché mette a disposizione trenta ambienti per una spesa di 240 mila euro l’anno al posto delle 19 aule di Cristo Re per le quali l’ex Provincia pagava 180 mila euro”.
Si è conclusa dopo sette anni un’altra querelle che ha visto protagonista la sede distaccata di Tortorici dell’Itet Tomasi di Lampedusa di Sant’Agata Militello. Il Comune di Tortorici negli anni passati aveva sempre respinto la richiesta della Città Metropolitana di individuare dei locali per la sezione dell’Istituto tecnico che si trovava in affitto nello stabile di un privato. Con la nuova amministrazione e poi con i commissari, il Comune ha ceduto in comodato d’uso gratuito un immobile destinato a residenza per anziani ma mai utilizzato. L’ex Provincia ha fatto dei lavori per adeguare un piano che già da settembre ospita gli allievi del Tomasi di Lampedusa e nei prossimi anni ristrutturerà anche il piano terra.
Una soluzione provvisoria è stata trovata per l’Istituto Leonardo Da Vinci di Milazzo con il noleggio di moduli prefabbricati installati nel cortile. La Città Metropolitana sta pensando a un leasing per acquistarli e utilizzarli fino a quando la scuola non verrà ampliata.
Criticità ancora per l’Istituto Copernico di Barcellona, ubicato nell’ex manifattura tabacchi, spazi poco idonei rivelatisi ancora più problematici con la pandemia, tanto che anche quest’anno si è ricorso alla Dad. Si è fatto un sopralluogo con il Provveditorato in tutte le scuole di Barcellona per capire se potessero ospitare le dodici classi, ma non c’è stata molta disponibilità dei dirigenti. Così si è ricorso a una nuova manifestazione d’interesse a cui hanno risposto i Frati Minori con un edificio che potrebbe essere anche acquistato dalla Città Metropolitana e adattato a plesso scolastico.