Home » Se c’è un vuoto non resta vuoto

Se c’è un vuoto non resta vuoto

Se c’è un vuoto non resta vuoto

Gli indifferenti servono i potenti

La legge di Newton prevede “l’impenetrabilità dei corpi”, secondo la quale un corpo fisico non può entrare in un altro corpo fisico. Ma vi è una legge non scritta secondo la quale se c’è un vuoto, esso non resta vuoto. Perché? Perché qualcosa o qualcuno lo riempie.

Le due metafore si indirizzano verso quei/quelle cittadini/e che non hanno capito come i fatti propri sono anche quelli degli altri e viceversa, ovviamente in senso sociale, cioè della Comunità, che è un tutt’uno, nella quale debbono essere sempre presenti le tre parole che cominciano con la R: Rispetto, Regole, Risultati.

Il Rispetto è il primo sentimento che dovrebbe essere comune a tutti i componenti di un Popolo. All’interno dello stesso qualunque fatto, vicenda o atto dovrebbe essere regolato: le Regole.
E infine i Risultati. Niente serve se non si ottengono risultati, di interesse generale, immateriali o materiali.

La sovranità è nel Popolo, il Popolo è formato da cittadini/e e questi/e non sono tutti/e uguali. Stupido è chi affermava che “uno vale uno” poiché ognuno vale per le proprie capacità e per il merito delle proprie azioni, da cui, ripetiamo, devono conseguire risultati.
La sovranità del Popolo dev’essere esercitata individualmente dai/dalle singoli/e cittadini/e, diversamente essa è come una scatola vuota, senza contenuti e quasi senza significato.
Ma ogni cittadino/a deve avere le informazioni, la conoscenza e la cultura per capire come vanno le cose e quindi formarsi un’opinione dalla quale deriva il proprio comportamento e la propria decisione.

È vero che il singolo è una goccia nel mare, ma è anche vero che tante gocce fanno il mare. Per cui sono da bollare di incapacità sociale tutti/e quei/quelle cittadini/e che si disinteressano delle questioni comuni perché ritengono che non siano affari propri, mentre, come si scriveva prima, gli affari propri sono soprattutto quelli degli altri.
Per inteso, ripetiamo che non stiamo parlando di pettegolezzi o di questioni private, bensì di quelle che hanno valenza sociale e interesse generale. Su queste c’è l’obbligo di occuparsene.

Se c’è un vuoto, non resta vuoto. Qualche altro occupa quello spazio, il che accade in tutti i fatti che avvengono in una Comunità, a cominciare dalla Politica, ovviamente quella con la P maiuscola.
Purtroppo la pochezza delle persone ha svilito il senso della Politica, che si è abbassata a un livello mai raggiunto prima d’ora. E non ci riferiamo solo alla Politica italiana, ma anche a quella europea o di altri Paesi oltre Atlantico, che certamente stanno diffondendo un disdoro mai raggiunto prima.

Questo quadro non positivo ha come causa la diffusione degli smartphone e dell’informazione web, la quale non può più considerarsi tale in quanto si tratta di punti e virgole, cioè di punture di spillo che non fanno vedere le situazioni nella loro interezza, che quindi non vengono valutate, ma “bevute”.
Il vuoto che creano i/le cittadini/e disinteressati/e alla Cosa pubblica e alla Comunità da chi viene riempito? Ovviamente dagli speculatori, dai disonesti, dagli egoisti, cioè da tutti coloro che cercano di sfruttare a proprio uso e consumo le debolezze altrui e fra queste dobbiamo scrivere d’ufficio il disinteresse cui prima si accennava.

L’informazione ha il compito di stimolare l’attenzione dei membri di una collettività, ma anch’essa oggi presenta profonde lacune perché trasmette vaghezza e inconsistenza rispetto alla necessità di fatti e azioni concrete.

È difficile pensare alla crescita di un Popolo se esso si interessa solo alle proprie vicende. A far comprendere questo stato di fatto dovrebbe essere la cultura in senso lato, che andrebbe trasmessa dalla scuola, dall’università, dalla famiglia e da quei maestri e maestre di vita che spesso sono ignorati/e dalla cosiddetta “massa”.

Sì, proprio la massa che agisce come un gregge in una sorta di pecorume, che è la quintessenza della nullità e che relega a livelli molto bassi coloro che dovrebbero comportarsi come persone componenti di una Società.