Milano, 23 dic. (askanews) – “Sappiamo che aggiungere bosco significa rinunciare a terreni produttivi, ma è un investimento necessario. La sostenibilità è un asset imprescindibile per chi fa impresa oggi. Abbiamo la responsabilità di riparare i danni del passato e costruire un futuro possibile per l’ambiente e per le prossime generazioni”. Così la produttrice Sara Vezza e l’imprenditore Renzo Rosso parlano della Cantina Saffirio di Monforte d’Alba (Cuneo) che oggi “si distingue oggi per essere la realtà vitivinicola con la più alta percentuale di superficie boschiva rispetto a quella vitata nella zona del Barolo: dei 36 ettari complessivi, ben 16 sono boschi e prati permanenti”. Una scelta frutto di una visione chiara e consapevole portata avanti dalla produttrice, quinta generazione della famiglia Saffirio, e da Brave Wine, la holding fondata da Renzo Rosso, oggi partner strategico dell’azienda.
La storia recente dell’azienda affonda le proprie radici nel percorso avviato da Josetta Saffirio alla fine degli anni Settanta. Laureata in agraria, è stata lei a seguire direttamente i vigneti e a presentare nel 1985 il primo Barolo con l’attuale etichetta. Dopo una pausa produttiva negli anni Novanta, l’attività è stata rilanciata dalla figlia Sara Vezza, classe 1980, che dal 1999 ha riportato sul mercato il Barolo a marchio Josetta Saffirio. Dal 2023 la Cantina si avvale del supporto di Brave Wine, la holding fondata da Renzo Rosso dedicata al settore vinicolo di alta gamma, entrata come partner strategico con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo produttivo e commerciale.
Nel ricco e rinomato territorio delle Langhe, dove nel tempo l’espansione delle coltivazioni ha progressivamente ridotto le aree boschive, Saffirio ha avviato un percorso di recupero ambientale attraverso la reintroduzione di specie arboree autoctone, tra cui querce, tigli, pioppi e salici, collocate in prossimità dei vigneti. Gli interventi mirano a ricreare condizioni favorevoli allo sviluppo di ecosistemi più articolati e al ritorno del tartufo, elemento storicamente legato al territorio.
Le pratiche adottate si inseriscono in un approccio ispirato a tradizioni locali consolidate, che tengono conto della relazione storica tra attività agricola e ambiente naturale. Tra queste rientra la selezione e la messa a dimora di ghiande provenienti da querce individuate con il supporto di tartufai, in un lavoro orientato alla ricostituzione di aree boschive funzionali al territorio. In questa impostazione il bosco non viene considerato un elemento accessorio o residuale, ma parte integrante della gestione agricola, con un ruolo attivo nel mantenimento dell’equilibrio ambientale e nella stabilità complessiva dell’ecosistema aziendale.
L’attenzione alla biodiversità riguarda anche la presenza di insetti impollinatori, tra cui api selvatiche, farfalle e sirfidi. Nei vigneti la gestione del suolo prevede il mantenimento della vegetazione spontanea tra i filari, con l’obiettivo di favorire il controllo biologico e sostenere la fertilità dei terreni, limitando al contempo l’impatto delle lavorazioni.
L’impegno ambientale dell’azienda si estende anche oltre le proprietà vitate. Saffirio contribuisce alla tutela dell’area naturalistica dell’Osservatorio Madonna della Pace a Bossolasco (Cuneo), caratterizzata dalla presenza di orchidee selvatiche. Questo fiore è stato assunto come riferimento simbolico e ha ispirato la linea Orchidea, che comprende Barolo Docg, Barbera d’Alba Superiore Doc, Langhe Doc Nebbiolo, Langhe Doc Rossese Bianco e Langhe Doc Rosato. A questo percorso si affianca il più recente progetto legato all’Alta Langa Docg, dal vigneto di Murazzano (Cuneo), situato a 700 metri di altitudine e dedicato esclusivamente alle uve Pinot Nero e Chardonnay. Da qui nasce uno spumante ottenuto con rifermentazione in bottiglia e un affinamento sui lieviti superiore ai 30 mesi. L’azienda produce anche un altro Metodo Classico, il “Nebbiolo d’Alba Spumante Brut Rosé Doc”, ottenuto da grappoli interi di Nebbiolo, vinificati in acciaio e sottoposti a una seconda fermentazione in bottiglia con una permanenza sui lieviti di circa 36 mesi.

