I numerosi dibattiti che le varie reti radio-televisive ci propinano, a tutte le ore del giorno e della notte, stanno evidenziando parecchio un fenomeno che non è nuovo, ma che cresce ogni giorno di più. Il fatto in questione potremmo sintetizzarlo con una sorta di slogan: “Se non sai cosa dire o cosa fare, cerca un nemico e attaccalo su qualunque cosa, purché lo attacchi, perché più lo attacchi e più dai la sensazione, soprattutto alle numerose ‘anime semplici’, di essere nel giusto”.
Proverò a fare qualche esempio. Se non riesci a fare qualcosa di serio per migliorare la condizione delle parti meno sviluppate della Nazione, e mi riferisco soprattutto al Sud, ma non solo, scarica la colpa ai Borboni, o ai Piemontesi e soprattutto non dimenticare di chiamare in causa Garibaldi e Cavour. Se un evento sismico o atmosferico crea grossi danni al patrimonio pubblico o a quello privato, accusa subito, e senza ritegno, il Governo precedente, tanto il Governo precedente avrà fatto la stessa cosa con quello che è venuto prima, e così fino alla notte dei tempi. D’altra parte, il colore della coalizione di turno non se lo ricorda nessuno. Se manca l’acqua la colpa è della lenta transizione ecologica o del ciclo dei pianeti, mentre se piove troppo la colpa, è ovvio, è del “Governo ladro”, o di qualche altra entità, più o meno astratta, purché venga subito individuata ed accusata.
Ebbene, se c’è un motivo per cui, ormai purtroppo, oltre la metà dei cittadini non va a votare e non nutre alcuna fiducia nei confronti della politica, questo è proprio il modo semplicistico e tendenzialmente deresponsabilizzante con il quale sono affrontati i vari problemi che si vengono a determinare. La verità è un’altra, perché i cittadini, che non sono affatto stupidi e che subiscono sulla loro pelle il malgoverno, anche se talvolta sono distratti, hanno un interesse marginale nella ricerca di chi sia la colpa di questo o di quello, mentre hanno un grande interesse a capire come si siano venuti a determinare le varie criticità, ma soprattutto vogliono sapere come si intendano risolvere, in quanto tempo, con quali cifre e con quali reali possibilità di riuscita. Su questo aspetto, invece, di solito, cala il silenzio o si scatena quella che non esiterei a definire una campagna di trasversale farfugliamento incomprensibile, sconclusionato e comunque del tutto astratto e inconcludente, come purtroppo è sotto gli occhi di tutti, a prescindere dal colore del governo in carica, di quello precedente, o di qualsiasi altro governo più o meno antidiluviano.
Gli italiani, e tra questi soprattutto i siciliani, sono stanchi e disgustati di un simile sistema di sterile e inutile scaricabarile, loro vogliono sapere per quanto tempo ancora dovranno restare senz’acqua, per quanto tempo ancora dovranno fare a meno di un’adeguata rete di autostrade o di ferrovie ad alta velocità, per quanto tempo ancora dovranno attendere il Ponte sullo Stretto di Messina o una tempestiva prenotazione sanitaria. I cittadini, poi, vogliono sapere soprattutto per quante generazioni dovranno restare ancora senza lavoro e dovranno veder emigrare i loro figli, che non torneranno più se non che per le vacanze. I cittadini vogliono sapere per quanti secoli dovranno ancora essere vittime della peggiore, a volte strumentale, disorganizzazione della Pubblica amministrazione, con particolare riferimento alla giustizia ed alla sanità e per quanto tempo dovranno essere privati della facoltà di scegliersi una classe dirigente, di premiarla se ha fatto bene o di condannarla se non è stata capace di fare il proprio dovere.
Tuto il resto, come direbbe Franco Califano, “è noia”, anzi è disgustosissima “fuffa”, come quella che ci viene propinata dei quotidiani talk show. La “fuffa” può andar bene nel breve periodo, quando si avrà la possibilità di scaricare su altri, sui predecessori, anche responsabilità proprie, ma poi le fasi si concludono e si va a votare. È lì che bisogna presentarsi con le soluzioni che saranno state individuate e soprattutto con la loro efficacia o con il loro tragico fallimento, altrimenti a votare non andrà più nessuno e la democrazia reale si trasformerà in un lontano ricordo.

