In questo clima di consumismo, nel quale tutti voglio apparire belli, freschi e giovani, sono in pochi a porsi la questione se la gioventù debba essere esteriore o interiore.
Apparire belli o meno brutti non è molto difficile. Oggi vi sono cure (o trucchi) di ogni genere. Chi si fa modificare gli zigomi o il naso, chi si fa gonfiare le labbra, chi si mette le protesi, chi si fa interventi per la cellulite e così via. Si tratta solo di spendere soldi e sottoporsi a queste cosiddette cure, spesso invasive.
Ma fatta questa operazione e in qualche modo migliorato l’aspetto o le forme di uomini e donne, nulla cambia all’interno di quei corpi perché, se è facile, da un canto, intervenire sulle sembianze, è difficile, d’altro canto, intervenire (o educare) la propria mente affinché una persona esprima bellezza dall’interiore.
Quando si parla con qualcuno (uomo, donna o ragazzo/a) è facile percepire il suo aspetto più o meno piacevole, più o meno curato. Però non appena ognuno di essi dice qualcosa, si capisce se quella persona sia bella, dentro.
Non sembri un discorso fumoso quello che stiamo facendo, perché riguarda l’interiore o l’esteriore di ogni persona. Mentre nel primo caso si vedono i comportamenti e gli effetti, nel secondo si vedono solo le linee esterne.
Quanti bei volti o bei corpi di uomini e donne hanno un interiore malvagio o cattivo che a prima vista non si nota. Però, se ci facciamo caso, dallo sguardo, dalle pupille, dalla parte superiore del viso non coperta dalla mascherina, si può intuire se quella con cui parliamo sia una persona per bene o una cattiva.
Ed è la prima cosa che dovremmo fare quando incontriamo qualcuno che non conosciamo: tentare di comprendere con chi abbiamo a che fare. Ovviamente, se ci rendessimo conto di avere davanti una persona per male, dovremmo interrompere immediatamente l’interlocuzione perché, se noi siamo persone per bene, non possiamo parlare con chi è sull’altra sponda.
Il fiume della differenza fra chi è di qua e chi di là ci divide in modo netto e inequivocabile. è quasi impossibile per una brava persona avere un rapporto di qualunque genere con una cattiva persona.
Sorge una domanda. Ma oltre allo sguardo che dovrebbe riflettere l’interiore, come ci si può accorgere che una persona non appartiene al versante sbagliato? Beh, basta cercare di analizzare, anche sommariamente, le argomentazioni, le parole usate, la combinazione delle frasi per accorgersi se chi parla dà fiato alla bocca, che usa solo per respirare, oppure dice frasi intelligenti e sensate.
Ma, poi, basta cercare di sapere quali siano stati i comportamenti nel passato recente e lontano, come una persona si sia comportata di fronte a difficoltà o a contrarietà, se abbia abbassato la maschera e sia andata avanti senza tener conto dei valori etici, oppure, anche a prezzo di propri sacrifici, abbia marciato sulla strada delle cose giuste.
Non sappiamo se tutti siano capaci di fare questo discernimento, ma almeno bisogna provarci senza alcuna remora né paura, perché è bene andare avanti con gli occhi aperti, senza farci abbindolare da nessuno.
Ma torniamo alla questione gioventù-vecchiaia. Il corpo inesorabilmente si consuma e quando è fissata l’ora (dalla nascita) il suo motore si spegne e la sostanza organica si trasforma per generarne una nuova.
Secondo noi, però, lo spirito gli sopravvive e va in una dimensione di energia che non conosciamo e su cui tutti hanno fatto illazioni di ogni genere, sfruttandole anche in maniera vergognosa, come certe gerarchie religiose.
La questione è: si può restar giovani pur in presenza del naturale invecchiamento del corpo? La risposta è positiva, perché la giovinezza, cioé la freschezza del pensare, del ragionare, del vivere, è in ognuno di noi, senza bisogno di energetici o interventi plastici.
Come facciamo per restare giovani di testa? La risposta è semplice e complessa nello stesso tempo. Semplice: leggere, leggere, leggere e trarre insegnamenti dai Sapienti. Complessa: perché questo comporta un sacrificio ed un impegno, in quanto per apprendere bisogna sottrarre un mucchio di ore al divertimento e al riposo.
La faccenda è chiara, ognuno la viva come ritiene meglio e la pensi secondo la propria natura.
