Secondo uno studio belga le luci a Led non sono sicure - QdS

Secondo uno studio belga le luci a Led non sono sicure

redazione

Secondo uno studio belga le luci a Led non sono sicure

venerdì 17 Maggio 2019

Anses: limitare l’esposizione soprattutto per i bambini. Il colore blu tipico di questa illuminazione danneggia la retina e disturba il sonno

ROMA – Alcuni tipi di luci a Led (acronimo di diodi emettitori di luce), ricchi di “luce blu”, hanno un effetto tossico sulla retina e disturbano i nostri stadi del sonno. A lanciare l’avvertimento l’agenzia per la sicurezza sanitaria in Belgio (Anses), che raccomanda di “limitare l’uso”, in particolare per i bambini. Le luci a Led economiche, a risparmio energetico e di lunga durata “si stanno diffondendo considerevolmente” ma non sono sicure, afferma l’Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare, l’ambiente e la sicurezza alimentare e sul lavoro in un parere.

Per ottenere una luce bianca, queste luci accoppiano un diodo blu a uno strato di fosforo giallo. Più la loro luce è “fredda” (simile al sole a mezzogiorno piuttosto che al sole al tramonto), maggiore è la percentuale di blu nel loro spettro. L’Anses aveva già indicato i rischi per la retina di questa luce blu in un primo parere, nel 2010.

Da allora “i nuovi dati scientifici confermano” questa tossicità alla vista, che può portare a “un declino della visione”, mentre allo stesso tempo i Led sono sempre più presenti: illuminazione domestica ed esterna, fari automobilistici, schermi per cellulari, tablet e computer, e chi più ne ha più ne metta. Gli studi “mostrano effetti fototossici a breve termine correlati all’esposizione acuta e agli effetti a lungo termine legati all’esposizione cronica, che aumentano il rischio di insorgenza di degenerazione maculare senile (amd)”, spiega l’organismo responsabile della valutazione dei rischi per la salute. L’esperienza di anses sottolinea anche che anche un’esposizione molto piccola alla luce ricca di blu durante la notte disturba i ritmi biologici e quindi il sonno.

In questo senso, i bambini e gli adolescenti, “i cui occhi non filtrano completamente la luce blu” perché il loro cristallino è ancora in via di sviluppo, “costituiscono una popolazione particolarmente sensibile”.

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