Seicento alloggi destinati al risanamento si punta su un budget da 52 milioni di € - QdS

Seicento alloggi destinati al risanamento si punta su un budget da 52 milioni di €

Seicento alloggi destinati al risanamento si punta su un budget da 52 milioni di €

sabato 04 Maggio 2019

Ci sono già quattro decreti di finanziamento per 14,2 mln di €, ma manca certezza sugli altri fondi. L’assessore regionale Falcone ha parlato in Consiglio comunale delle risorse disponibili

MESSINA – Entro l’anno ci saranno seicento alloggi da destinare a chi vive in baracca negli ambiti di risanamento. Con i 52 milioni di euro che l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone ha assicurato arriveranno ad Arisme, infatti si potranno acquistare cinquecento case e un centinaio invece il Comune potrà decidere di costruirle a Fondo Basile (una sessantina), a Santa Lucia sopra Contesse e a San Filippo.

Di immediata disponibilità del Comune in realtà ci sono quattro decreti di finanziamento per un totale di 14,2 milioni di euro, per le restanti somme ci sono buone probabilità che possano essere recuperate, ma la certezza si avrà soltanto nei prossimi mesi. Non sono i 130 milioni di cui parlava il sindaco De Luca e difficilmente si potranno recuperare somme superiori a quei 52, ha sottolineato Falcone, il quale si è comunque impegnato a fare un’ulteriore verifica sui fondi ex Gescal e su alcuni residui. “La Regione – ha detto – farà la sua parte, poi sarà responsabilità dell’Amministrazione comprare gli alloggi, assegnarli e demolire le baracche”.

Il rappresentante dell’Esecutivo regionale ha spiegato in Consiglio comunale perché non sarà possibile recuperare tutti i finanziamenti inizialmente previsti per lo sbaraccamento. Dei famigerati 500 miliardi di lire che la legge 10/1990 destinava per il risanamento delle aree degradate di Messina, ne sono stati dispersi circa 150, anche perché la somma non era per intero disponibile e alla fine per l’assegnazione erano rimasti 350 miliardi di lire, cioè 175 milioni di euro. In 29 anni però ne sono stati spesi soltanto 80, con i quali sono stati costruiti e man mano assegnati 480 alloggi. Ma le baracche sono sempre lì, anzi sono forse aumentate e i sette ambiti di risanamento non hanno cambiato volto. Attualmente quindi, con i decreti sono stati sbloccati 14,2 milioni di euro: di questi 4 milioni sono somme libere, gli altri dieci vengono da progetti abitativi non più utilizzabili. Questa somma potrà essere impiegata per l’acquisto di circa 200 nuovi alloggi dal libero mercato. Ci sono poi gli altri 16 milioni di euro destinati a completare alcuni interventi costruttivi a Santa Lucia sopra Contesse e Fondo Basile, circa un centinaio di alloggi, che sono però ancora nella fase progettuale. Spetta al Comune decidere se usare le somme per completare la programmazione. I restanti 22 milioni, dei 52 di cui parla Falcone, possono essere nella disponibilità del Comune solo dopo l’approvazione del Collegato da parte dell’Ars, con una norma ad hoc che consente l’utilizzo di questi fondi provenienti da altri programmi costruttivi della legge 10/90 da sbloccare. Con queste risorse potrebbero essere acquistati altri 300 nuovi alloggi.

Alla fine del 2019 si conta di avere quindi questi seicento alloggi da assegnare, ma nel frattempo si dovrà continuare a lavorare per reperire altri fondi per le restanti 1.800 famiglie. La legge 10/1990 sembra ormai non possa più dare altro e degli ultimi 43 milioni di euro non si potrà più prendere nulla. “Possiamo tentare di recuperarne dieci – ha detto Falcone – ma ci credo poco”.

Il sindaco De Luca parla dei fondi Poc e Pon Metro su cui è stata fatta una rimodulazione a favore del risanamento, ma bisogna tentare anche altre strade. Alcune indicazioni le ha volute dare il consigliere Pd Libero Gioveni: “Con il project financing ad esempio non si dovrebbero più elemosinare risorse pubbliche ma, cedendo le aree ai privati, si potrebbe ottenere gratuitamente una percentuale di alloggi da destinare agli aventi diritto. Ciò consentirebbe anche di favorire l’integrazione sociale con altri cittadini che acquisterebbero invece gli alloggi sul libero mercato. Ci sono inoltre ambiti, fra cui Fondo Fucile dove insistono manufatti in amianto, per i quali si potrebbero giustificare interventi finanziati dal Dipartimento di Protezione civile nazionale. ciò consentirebbe di scorporare zone dagli ambiti di Risanamento da finanziare con la legge 10/1990”.

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