Selfie con l’amante addebito di separazione - QdS

Selfie con l’amante addebito di separazione

Sebastiano Attardi

Selfie con l’amante addebito di separazione

martedì 21 Gennaio 2020

Non è sufficiente un semplice “selfie” per dimostrare l’adulterio della propria moglie

La superficialità e la sfacciataggine di molti coniugi non ha più limiti, se è vero che a volte uno dei due (in questo caso la moglie), per fermare un momento di felicità, osa fare delle foto – con il sistema del cosiddetto “Selfie” – con un’altra persona diversa dal proprio marito. Capita, poi, che quest’ultimo, curiosando di nascosto sul cellulare della propria moglie, trovi delle foto compromettenti dove l’aitante giovanotto viene ritratto “a dorso nudo” sul letto della moglie.

Di primo acchito, una foto di tal genere sembrerebbe sufficiente per dimostrare il chiaro tradimento della moglie, e quindi poter richiedere subito, da parte del marito, la separazione con addebito a carico della prima. Purtroppo però non è così, in quanto – secondo l’attuale orientamento giurisprudenziale di merito e di legittimità – non è sufficiente un semplice foto (“selfie”) per dimostrare l’adulterio della propria moglie.

L’ha stabilito recentemente la Corte di Appello dell’Aquila con la sentenza 2060 del 16 dicembre 2019, la quale ha precisato che le fotografie compromettenti si presterebbero anche a spiegazioni alternative. Per i giudici infatti, se le fotografie non mostrano chiaramente un atteggiamento intimo e di particolare vicinanza tra le parti, ciò non può provare una relazione extra coniugale tale da giustificare l’emissione di una sentenza di separazione, con addebito a carico della moglie. Ed invero, la Corte di appello dell’Aquila, cui s’era rivolto il marito della donna fotografata sul proprio letto in compagnia di un uomo a dorso nudo, ha confermato la sentenza di primo grado.

Detta Corte, a sua volta, s’era allineata all’orientamento generale della Cassazione in “tema di addebito”, la quale riconosce la rilevanza del tradimento, nelle cause di separazione, soltanto quando sia effettivamente dimostrato che detta foto compromettente, e soprattutto il contenuto della medesima, abbia avuto un ruolo determinante ed esclusivo nella crisi coniugale. Un tale tipo di foto, quindi, può avere una rilevanza positiva ai fini dell’addebito soltanto quando il contenuto comporti un’offesa alla dignità ed all’onore dell’altro coniuge. Come si vede, il Supremo Collegio appare “di manica larga” nell’interpretare il contenuto di una foto compromettente, laddove risulta immortalata l’immagine della propria moglie in compagnia di un estraneo, seduto sul letto coniugale senza la camicia ed addirittura a dorso nudo.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017