Serradifalco, un murale ai “Carusi” che lavoravano in miniera - QdS

Serradifalco, un murale ai “Carusi” che lavoravano in miniera

Serradifalco, un murale ai “Carusi” che lavoravano in miniera

Mauro Seminara  |
giovedì 19 Settembre 2024

A Serradifalco, in via Manzoni, l’artista Giulio Rosk ha realizzato un’opera dedicata ai giovanissimi lavoratori dello zolfo che popolavano la città. All’inaugurazione presente anche il sindaco Burgio

SERRADIFALCO – Un murale adesso occupa l’intero muro laterale di una palazzina di quattro livelli, in via Alessandro Manzoni a Serradifalco, in provincia di Caltanissetta.

L’opera, di grande pregio, realizzata dall’artista Giulio Rosk, ritrae un bambino di circa dieci anni o poco più che con un asino si reca in miniera per lavorare.

Di “carusi” che hanno lavorato nella vicina ex miniera di zolfo, sita nel territorio di San Cataldo, a Serradifalco ce ne sono stati molti, e molti hanno perso la vita in miniera o dopo, a causa delle condizioni di salute pregiudicate dal lavoro e da ciò che respiravano. “Un prezzo di sangue pagato dai giovani di Serradifalco”, lo ha definito il presidente di Sicilbanca Giuseppe Di Forti.

Il murale donato da Sicilbanca e Fondazione Sicania

L’opera è stata finanziata e donata alla memoria del territorio dall’istituto di credito di cui Di Forti è presidente, e dalla sua fondazione: Fondazione Sicana. Un’immagine che emoziona, un’espressione, quella del bambino, che stringe il cuore.

Questa è la storia di Serradifalco, le sue origini. La miniera di zolfo poi si trasformò in miniera di altra estrazione, nel frattempo tra i Comuni di San Cataldo e Serradifalco si sviluppava una economia che prescindeva dal lavoro in quella miniera che ieri era causa di morte ed oggi è una attrazione turistica.

Nel corso dei decenni, 104 per l’esattezza, si sviluppava anche una banca di credito cooperativo a Serradifalco, che oggi è Sicilbanca. Il rapporto tra l’istituto di credito e Serradifalco è stato ancora una volta ribadito con il murale che è stato realizzato da Rosk e donato alla comunità.

“I carusi noi li conosciamo purtroppo da una storia, una storia triste, di sacrificio, di impegno e anche di vite spezzate – ha spiegato al QdS il presidente di Sicilbanca, Giuseppe Di Forti -. Questi giovanissimi che venivano avviati al lavoro sotto terra – ha proseguito il presidente – non vedevano per lungo tempo la luce del giorno, venivano malamente alimentati e contribuivano alle necessità economiche della famiglia”.

La storia del territorio, non soltanto di Serradifalco, è drammatica e oggi – così come appreso dal Quotidiano di Sicilia – a Serradifalco sopravvive l’ultimo di quei carusi delle miniere, ultimo testimone diretto di quella vita. “Questa è la storia che Sicilbanca e Fondazione Sicana – ha spiegato Di Forti – hanno voluto riportare alla luce, un po’ per recuperare la memoria storica ma molto per dare un messaggio ai giovani”.

La cerimonia di inaugurazione è stata molto partecipata dalle autorità locali e non. Presenti il sindaco di Serradifalco, Leonardo Burgio, che nel corso del suo intervento ha ricordato come il Comune sia adesso un ente che si sta gettando il dissesto finanziario e che vanta “zero buche” sulle sue strade anche grazie al sostegno dell’istituto di credito che ha contribuito a far funzionare la macchina amministrativa quando i dipendenti comunali attendevano lo stipendio da otto mesi.

“I Carusi” è un murale molto sentito da Giulio Rosk

Massimo Iacuzzo, agente dell’artista che ha realizzato l’opera, ha invece spiegato alla nostra testata che “I Carusi” è un murale molto sentito da Giulio Rosk e che nel territorio – di cui Rosk è nativo – c’è un’alta incidenza tumorale che la popolazione non sa se attribuibile alla presenza delle miniere, ma che miete vittime in un paese dell’entroterra che dalle miniere ha tratto vita ma anche morte.

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