Il 26 settembre attesa una nuova assemblea, decisiva per il futuro del servizio idrico nel territorio etneo.
Che quella attorno al futuro del servizio idrico in provincia di Catania fosse una partita non solo economica, con il coinvolgimento dei privati nella gestione e l’affidamento di quasi un miliardo e mezzo di lavori in trent’anni, ma anche di politica è sempre stato chiaro. Non solo per la forma pubblico-privata di Servizi idrici etnei (Sie), la società che prenderà in mano l’intero territorio dopo decenni di conduzione frastagliata, ma anche per le inevitabili logiche partitiche che hanno condizionato fino a oggi le azioni intraprese all’interno dell’Assemblea territoriale idrica, dove siedono i 58 sindaci.
L’assemblea di Sie, il punto sul futuro del servizio idrico a Catania
Se a cavallo tra 2023 e 2024, a tenere banco erano state le diverse vedute sull’impostazione della convenzione trentennale che doveva essere sottoscritta con Sie – all’epoca era stato un gruppo di sindaci di Fratelli d’Italia e Forza Italia a sollevare perplessità – adesso i partiti saranno direttamente coinvolti in una trattativa per trovare la quadra sui nomi da portare nell’assemblea di Sie in vista del rinnovo degli organi societari: il consiglio di gestione e il consiglio di sorveglianza.
A guidare il primo è stato in questi anni l’avvocato Giuseppe Davide Giugno, designato a suo tempo da Salvo Pogliese, nelle vesti di sindaco della Città metropolitana. Il secondo, che ha il compito di monitorare l’operato del consiglio di gestione, è stato guidato dall’avvocato Giovanni Ferraù.
Oltre ai nomi, in ballo c’è anche la questione riguardante il numero dei componenti. Attualmente il consiglio di sorveglianza è composto da cinque figure, il minimo previsto dallo statuto di Sie. Lo stesso però prevede la possibilità di estendere il numero fino a un massimo di quindici membri.
L’idea di ampliare l’organo è condivisa un po’ da tutti e deriva dal fatto che Sie fino a oggi ha gestito il servizio idrico soltanto in alcuni comuni del Calatino, mentre prossimamente sarà chiamata a operare in tutta la provincia. Sul numero ideale dei componenti il dibattito è aperto: c’è chi vorrebbe fossero cinque, chi un po’ meno, magari nove.
Primo tentativo a vuoto
Sulla carta, come già anticipato nelle settimane scorse dal Quotidiano di Sicilia, una prima data per la nomina dei nuovi componenti era già prevista per i giorni scorsi. Il 28 agosto, all’hotel Nettuno di Catania, si è tenuta in seconda convocazione un’assemblea di Sie, alla presenza sia dei soci privati che dei sindaci che in maniera proporzionale alla popolazione dei comuni guidati sono titolari del 51% delle quote sociali.
La riunione, tuttavia, è durata ben poco. Circa una decina di minuti nei quali è stato chiesto, proprio dalla parte pubblica, un rinvio per consentire l’apertura delle inevitabili trattative per arrivare – se non a nomine unanimemente condivise – quantomeno a candidature forti che possano superare la prova dei voti.
La prossima data, a meno di ulteriori proroghe, è stata fissata per il 26 settembre. Fino ad allora, i referenti dei partiti proveranno a far valere i propri orientamenti. Tra questi c’è Fratelli d’Italia, nelle cui file milita il sindaco della Città metropolitana, nonché del Comune di Catania, Enrico Trantino, e che dunque punta a fare la voce grossa. Quali saranno le formule che verranno utilizzate per la spartizione delle nomine non è ancora chiaro, ma la possibilità di un richiamo al manuale Cencelli – il metodo con cui nella Prima Repubblica si era soliti ragionare sulla distribuzione delle cariche di governo – non è da escludere.
Anche se per la presidenza del consiglio di gestione di Sie, la tentazione è quella di puntare su una figura che possa mettere d’accordo tutti e slegata dalle logiche dell’appartenenza politica.
“Scarsa attenzione ai sindaci”
Tra chi ha sostenuto l’istanza di rinvio dell’assemblea dei soci di Sie c’è stato anche il sindaco di Piedimonte Etneo Ignazio Puglisi. L’esponente del Pd al Quotidiano di Sicilia critica i tempi con cui i vertici societari hanno indetto la riunione: “Ho contestato la scelta di convocare l’assemblea il 28 agosto, data assai infelice, praticamente durante i pochi giorni di ferie che i sindaci possono prendere”.
“Sarebbe bastato convocare per il 10 settembre per consentirci di arrivare preparati – commenta Puglisi – Si è trattato dell’ennesima conferma della scarsa attenzione per la parte pubblica, socio di maggioranza, da parte degli attuali organi sociali”.
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Immagine di repertorio