Non è dato sapere come il presidente della Regione Siciliana abbia vissuto il turbinio di emozioni che si sono alternate nei giorni appena trascorsi, tra la scomparsa del fratello, apprezzato accademico e ricercatore dell’Università di Palermo ed il raggiungimento del più grande e atteso traguardo del suo mandato da governatore della Sicilia.
Certo è che Renato Schifani lunedì non si è sottratto ad un importante vertice di maggioranza, martedì mattina si è recato all’Ars subito dopo la cerimonia di esequie del fratello Rosario per non lasciare la sua poltrona vuota tra i banchi del governo al nuovo giuramento da assessore di Luca Sammartino, poi si è recato a Roma per incontri istituzionali a Palazzo Chigi e tornando a Palermo ha subito tenuto giunta con a seguire la conferenza stampa con cui ha annunciato che la Regione non ha più disavanzo ed anzi registra un surplus sul rendiconto 2024 di oltre due miliardi di euro.
Una Sicilia che adesso può far gola a molti
Rispondendo ad una domanda del nostro giornale sulla possibilità che una Regione Siciliana con i conti in ordine, il disavanzo azzerato, un surplus di oltre due miliardi ed un fondo cassa di quasi undici miliardi di euro possa essere ora “appetibile” per altri ambiziosi alleati, anche all’interno dello stesso partito, pronti a governare una Sicilia che potrà investire risorse svincolate da piani di rientro e ganasce finanziarie, il presidente Renato Schifani ha offerto un ampio quadro della situazione. Senza cadere in espliciti riferimenti personali, senza fare nomi né casi specifici, Schifani ha tracciato a grandi linee il nuovo corso della coalizione in un quadro economico finanziario più florido e con un clima tra i partiti più sereno.
Schifani: “Ho sempre creduto nel lavoro di squadra”
“Non è stato facile arrivare a questo in questi due anni e mezzo”, ha detto il presidente Schifani riferendosi all’azzeramento del disavanzo con il segno positivo risultato nel 2024 nei conti della Regione. Da questa premessa, Renato Schifani si lascia andare ad una chiara descrizione del percorso fatto e dellla propria visione del metodo di lavoro nella sua squadra, di governo e di coalizione: “Abbiamo lavorato sodo, naturalmente, e quindi i risultati ci premiano.
Potevano anche non premiarci, perché siamo tutti bravi ma nessuno è infallibile. Io sono alla mia prima esperienza da presidente della Regione. La mia storia è diversa e nota a tutti voi, a tutto il paese, però, superato il primo anno di ambientamento al nuovo modello di vita politica e istituzionale, mi sono calato da testa a piedi in questa nuova responsabilità adeguandomi in quelle che sono le nuove dinamiche. Però ho sempre creduto nel lavoro di squadra, non sono mai stato un solista”.
Il messaggio di Schifani agli alleati
Tra figli e figliastri, e guelfi e ghibellini, Schifani parla chiaro a tutti gli esponenti della coalizione che negli ultimi mesi hanno reso attrito tra le mura della coalizione e talvolta anche all’esterno con frecciate, annunci e cecchinaggio in Sala d’Ercole da franchi tiratori a discapito dell’azione di governo: “Per chi conosce la mia vita politica sa che anche da capogruppo ho cercato di fare sistema: di tenere unito il gruppo, di valorizzare le eccellenze e non avere mai figli e figliastri, non avere mai guelfi e ghibellini. Poi, se all’interno dei gruppi potevano esserci delle incomprensioni, quelle sono fisiologiche ma l’importante è che chi sta al vertice sia garante di tutti.
Questo ho cercato di farlo. Non so se ci sono riuscito o meno, però devo dire che mi sento sempre questa responsabilità, anche quando governo la Regione Siciliana cerco di fare in modo che la coalizione si stringa attorno a chi ne ha la responsabilità, nella consapevolezza che anche un partito del 5% o del 18% ha la stessa responsabilità”.
L’asse Lega-Dc e l’asse Schifani-coalizione
C’é spazio anche per un chiarimento sul ritorno di Luca Sammartino all’Assessorato per l’Agricoltura nella “risposta” del presidente della Regione che coglie così l’occasione per smontare illazioni ed offrire il calumet della pace alla maggioranza: “Per me non ci sono figli e figliastri, non ho ‘assi’ con qualcuno. Si parla di ‘assi’, arriva Sammartino e allora si rafforza quell’asse … Non si rafforza nessun asse. Lui è tornato al suo posto, dove era. Poi, giusto che la stampa possa dare rappresentazioni particolari delle dinamiche, ma quello che dal mio punto di vista è il mio modo di operare è di rispettare tutti, al di là del loro peso politico. Vede, quando ero capogruppo ho imparato una cosa: i senatori, quando venivano a trovarmi, non pretendevano di essere accontentati ma chiedevano di essere ascoltati; e questo mi ha dato una certa credibilità in otto anni da capogruppo. Cioè, il parlamentare ha una propria dignità ed ha diritto e dovere di poter parlare con il proprio capogruppo. Lo stesso, mutatis mutandis sto applicando in questa azione di governo: ascoltare tutti gli alleati, al di là della loro entità, valutando la bontà delle proposte, delle esigenze anche territoriali, di rappresentanza istituzionale”.
Ritrovata l’intesa, anche per la manovra quater
Il momento è delicato, sia a Palazzo d’Orleans che a Palazzo dei Normanni, dove la deputazione regionale attende di affrontare la discussione generale su una quarta variazione di bilancio che riprende norme già affondate nella precedente anche o soprattutto grazie ai voti contrari tra le file della maggioranza. Su questo, Schifani traccia il quadro politico, costatogli un tour de force stacanovista ma che a suo dire avrebbe premiato l’azione di governo rimettendo a posto parecchie cose: “Lunedì abbiamo avuto un vertice di maggioranza.
Era un giorno complicato per me, però ho sentito il dovere di non assentarmi perché era convocato da giorni, Luca Sbardella veniva da Roma e, con tutti i convocati, sentivo il dovere di esserci ed ho trovato un clima estremamente responsabile e si è trovata la sintesi sulle procedure da adottare sulla manovra quater. Mi auguro sia stata apprezzata da parte degli alleati, ne sono convinto, lo sforzo del sottoscritto di anteporre l’unità della coalizione all’azione di governo, al di là poi dell’appartenenza ai partiti, valutando anche la qualità delle proposte, delle proposte degli assessori e dei partiti. Abbiamo condiviso alcune scelte, magari facendole nostre, di maggioranza e non di singoli partiti, ripartendo l’onere sull’intera maggioranza con tutti i partiti perché aveva una valenza politica”.
Uno Schifani stanco ma soddisfatto: “Sono abituato a non fermarmi, nei limiti del possibile”
Per Renato Schifani, già capogruppo, presidente del Senato e politico di peso nella Forza Italia di Berlusconi ed ancora oggi, quella di Palazzo d’Orleans è la prima esperienza “locale”. Da presidente della Regione Siciliana ammette le difficoltà affrontate al primo anno di mandato e lo sforzo fatto per far funzionare il suo caro lavoro di squadra. Adesso però, per Renato Schifani, è l’ora di serrare i ranghi e litigare meno: “Devo dire che sono estremamente contento. Certo, è un’esperienza impegnativa, che mi aiuta con tanta adrenalina che riesco ad avere perché è una scommessa ed io sono abituato a non fermarmi, nei limiti del possibile. É un’esperienza esaltante da un lato, stancante dall’altro, però risultati come quelli di stasera mi danno la forza di continuare sempre di più con maggiore convinzione e maggiore entusiasmo. A me interessa che la Sicilia cresca, che si assista più ad un rapporto solidale e meno litigi, anche estetici, e meno ‘leoni da tastiera’.”

