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Sì al vaccino cinese Ema lo autorizzi subito

Il problema più urgente, ma risolvibile per l’Europa ed il nostro Paese, è aver la disponibilità di alcune centinaia di milioni di dosi di vaccino. Ovviamente occorre che l’Ema (European medicines agency) ne abbia autorizzato la diffusione dopo averne verificato l’efficacia, sulla base della documentazione prodotta dall’ industria farmaceutica.
In atto, solo Pfizer BioNTech (accoppiata americana-tedesca), Moderna e AstraZeneca hanno avuto il via libera dall’autorità europea. Sono in attesa di tale autorizzazione ancora tre o quattro vaccini, compreso lo Sputnik russo.
Da informazioni assunte, non risulta che l’autorità abbia preso in esame la documentazione relativa al vaccino cinese che ha salvato quel popolo di ben 1,4 miliardi di persone.
Anche se il governo del Paese orientale non si fosse fatto avanti, data l’urgenza di procurarsi i vaccini, non si capisce perché non sia stata la stessa Ema a prendere l’iniziativa di chiedere la documentazione relativa a quel vaccino.


Questa inazione potrebbe destare qualche sospetto perché le industrie occidentali temono fortemente la concorrenza del vaccino cinese, in quanto ha un prezzo nettamente inferiore e quindi potrebbe guastare il loro business. Non solo, ma finché esse sono sommerse dalla domanda cui non possono far fronte, sono in condizione di aumentare nettamente i prezzi e quindi di produrre rilevanti guadagni, già manifestatisi nel 2020 in diversi miliardi di dollari.
Di fronte all’urgenza prima indicata di avere subito, e non domani, i vaccini disponibili, tutti i governi dovrebbero fare pressione sull’Ema perché si adoperi nella direzione sopraindicata.
Peraltro, diverse regioni italiane, tra cui Veneto e Piemonte, hanno preso l’iniziativa di andare sul mercato mondiale per procurarsi le dosi di vaccino ed accelerare l’immunizzazione di massa di quelle popolazioni. Ovviamente dovranno essere vidimati da Ema e da Aifa nazionale. Ecco perché si rende urgente che i due enti procedano a dare tali autorizzazioni, se non hanno la coda di paglia, ovvero se i vaccini russo e cinese non rispettassero gli indici e i dati per essere ritenuti validi.

A Budapest, in Ungheria, il governo ha già comprato alcuni milioni di vaccini Sputnik e diverse centinaia di migliaia di dosi di vaccino cinese. Gli ungheresi da molti anni usano i vaccini russi con soddisfazione e quindi si fidano anche di quello antiCovid-19. Evidentemente quel Paese se ne infischia dell’autorizzazione Ema e procede per suo conto per soddisfare l’urgenza di vaccinare il più presto possibile la popolazione.
È proprio la vaccinazione di massa l’operazione più urgente da farsi in Europa e nel nostro Paese, perché è più urgente ed indifferibile la necessità di tornare alla normalità, a quella normalità che è la condizione essenziale per fare ripartire la ruota economica e muoversi in modo da produrre ricchezza, occupazione ed imposte per Stato, Regioni ed Enti locali, indispensabili a produrre servizi pubblici.
Non sappiamo se il governo Draghi, che ha ricevuto la fiducia del Parlamento, metterà al primo posto all’ordine del giorno l’acquisto massiccio di dosi di vaccino da qualunque parte del mondo, perché così sarà possibile, come si scriveva, ritornare alla normalità.


Potrebbe risultare sospetto il ritardo dell’Ema nell’approvare nuovi vaccini ed ancor più sospetta la sua inazione nel valutare quello cinese. Sospetti perché si potrebbe ipotizzare una sorta di pressione delle industrie farmaceutiche occidentali che, non volendo perdere la loro posizione dominante, potrebbero spingere gli Enti a evitare che arrivi la concorrenza cinese.
Questa ipotesi che noi prospettiamo non fa parte del regno dei gialli di Dan Brown, ma dei normali giochi che esistono nel mondo per ottenere vantaggi da una parte e per impedire che altri dimezzino o annullino tali vantaggi. Di questi meccanismi è piena la storia, basta leggerli ed elencarli.
Ci vogliamo augurare però che si tratti solo di fantasia e non di realtà. Solo i fatti potranno confermare l’una o l’altra situazione e la conferma può venire dal mettere sul mercato ora o al più presto i vaccini cinesi e russi, senza remore.