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Sì all’autonomia differenziata

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mercoledì 11 Dicembre 2024

Sentenza Corte Costituzionale

La Corte Costituzionale, con decisione del 14 novembre 2024 e sentenza depositata il 3 dicembre scorso, ha spiegato e valutato la legge numero 86 del 26 giugno 2024, ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, che disciplina l’attribuzione alle Regioni ordinarie di forme e condizioni particolari di autonomia. Come qualcuno ricorderà, tale legge è stata promulgata in attuazione della riforma costituzionale del Titolo quinto (legge costituzionale numero 3 del 2001).

Innanzitutto, dobbiamo rilevare che questa sentenza numero 192 è stata firmata dal presidente Augusto Barbera, siciliano di Aidone, e il relatore è stato il giudice costituzionale, Giovanni Pitruzzella, di Palermo. Pitruzzella è stato presidente dell’autorità Antitrust (Agcm) ed è venuto al nostro forum pubblicato il 28 aprile del 2012.

Dalla sua conoscenza da lungo termine posso affermare che mi aspettavo di leggere un testo di settanta pagine, scritto digitalmente con un carattere minuscolo, ma di una chiarezza inusitata ed estremamente apprezzabile.

L’informazione che ha inondato i cittadini italiani è stata carente, incompleta, insufficiente e spesso tendenzialmente falsa. Vi spieghiamo perché.
Si è scritto su giornali, siti e social, si è detto in radio e televisioni, che avevano presentato ricorso contro questa legge ordinaria quattro Regioni, Puglia, Campania, Toscana e Sardegna, ma quest’ultima, ha scritto la Corte, non aveva titolo, appunto perché autonoma. Mentre la legge in esame è indirizzata solo alle 15 Regioni a statuto ordinario.

Ove è stata carente l’informazione? Nel non dire che vi erano state altre Regioni che sono intervenute, come si usa dire in linguaggio giuridico, ad opponendum. Mentre del tutto pacifica è stata l’opposizione del Presidente del Consiglio mediante l’Avvocatura generale dello Stato.
Dunque si confrontavano quattro soggetti contro la legge e quattro soggetti a difesa della legge.
Abbiamo faticato a leggere il lungo testo per la complessità della materia, ma la chiarezza del relatore ci ha illuminato e soprattutto non ha lasciato dubbi sul senso complessivo della sentenza.

Veniamo al merito, un merito che la grande stampa non ha per nulla evidenziato, forse non se n’è accorta neanche. Di che si tratta? La sentenza enumera cinquantadue punti: in quattordici di essi viene dichiarata l’illegittimità di altrettante parti della legge. Poi però elenca tredici punti in cui dichiara l’inammissibilità degli argomenti e infine elenca ben venticinque punti in cui dichiara le “questioni non fondate”.
Insomma, su cinquantadue punti complessivi, la sentenza ha rilevato quattordici punti di illegittimità e ben trentotto o inammissibili o non fondati.

Da quanto precede, chi ha sostenuto che la sentenza abbia demolito la legge o era ignorante o era in malafede: in ambedue i casi ha ingannato i cittadini.
Dobbiamo rilevare che l’Autonomia differenziata è prevista dalla Costituzione, appunto, all’articolo 116, terzo comma, e che pertanto la legge attuativa non è arbitraria, ma dovuta. Bene ha fatto questo Parlamento ad approvarla.

Nel leggere i quattordici punti di illegittimità, scritti in eccellente italiano e in modo significativamente comprensibile – anche per chi, come noi, non è un giurista – abbiamo potuto ben comprendere che la Corte, proprio in attuazione del citato articolo 116, terzo comma, abbia voluto indicare al legislatore quali sono i punti che debba modificare per rendere totalmente corrispondente alla Costituzione l’intera legge.

Usciremo prossimamente col parere di eccellenti costituzionalisti che indicheranno quali siano questi punti da modificare e siamo convinti che l’apposita Commissione presieduta da Sabino Cassese si metterà all’opera dopo. Dopo quando? Dopo la sentenza della Corte di Cassazione, prevista per la giornata di domani, sull’ammissibilità o meno dei referendum che sembrano azzoppati.
Tuttavia, dopo tale sentenza, se fosse ammesso il referendum, dovrebbe intervenire ancora la Corte Costituzionale, probabilmente nel prossimo mese di gennaio 2025. Ne vedremo delle belle!

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