CATANIA – Il piano di controllo del territorio da rivedere di fronte a un’area metropolitana che ha subito modifiche nell’organizzazione e nell’allocazione delle attività economiche. Inoltre, un centro storico che ha visto una crescita esponenziale di locali che hanno preso il posto delle tante attività e tante case residenziali diventate alloggi brevi per turisti che, di fatto, stanno portando a una sorta di desertificazione.
Parte da questi presupposti Tommaso Vendemmia, segretario generale provinciale del Siap, il sindacato degli appartenenti alla polizia, in occasione della conferenza ‘La Sicurezza nell’Area Metropolitana: Catania città aperta’, che ha visto la partecipazione di rappresentanti del mondo sindacale, tra cui Angelo Cunsolo, segretario provinciale del Nuovo sindacato carabinieri Nsc – Catania, Carmelo Barbagallo, segretario provinciale dell’Unione sindacale di Base Usb – Catania vigili del fuoco e Antonio Santonocito, segretario generale provinciale Confsal Catania.
Il punto della situazione da parte del Siap Catania
Un incontro degli operatori della sicurezza per fare il punto della situazione di fronte alla crescita delle esigenze di una città in cui è cambiato il contesto demografico e, con questo, le esigenze dei cittadini “che ormai vivono il centro urbano come un grande ritrovo di attrazione serale e notturna, trasformando l’area in una grande movida”, afferma il sindacalista. “A questo si aggiunge il popolamento delle aree periferiche diventate residenziali e commerciali, attrattive per la criminalità organizzata e diffusa, a fronte di un modello statico del presidio di sicurezza formato prevalentemente dalle stazioni dei carabinieri”.
Le sfide affrontate dagli operatori delle forze dell’ordine
Vendemmia si sofferma sulle sfide affrontate dagli operatori delle forze dell’ordine, a cominciare dalla carenza di organico, sulla divisione del territorio tra polizia e carabinieri che “non riesce più a rispondere alle esigenze”, dice, evidenziando anche come l’evoluzione di Catania in città turistica abbia aumentato le necessità. “Il turismo, da fenomeno stagionale sta diventando un fenomeno permanente – prosegue – e tutto questo di fronte a meno operatori di polizia, a meno carabinieri e ai nuovi provvedimenti legislativi da attuare”.
Una mole di lavoro che si ripercuote anche nelle attese per quanto riguarda le chiamate di emergenza, “e che fa i conti sulla riduzione del numero di poliziotti stabilito dallo Stato con la Legge Madia. La criminalità non sta a guardare – tuona il poliziotto: invece, qui parliamo di tutto tranne che di criminalità organizzata”.
Vendemmia, infine, torna sull’argomento dell’eccessiva frammentazione degli uffici giudiziari che sottrae personale per la sorveglianza, e poi non ultimo sottolinea “il via vai di questori che non aiuta – dice. Ogni due anni, chi arriva, deve affrontare ciò che trova con le persone che ha a disposizione”.
Siap Catania, un grido di allarme condiviso
Un grido di allarme condiviso dai presenti, tra cui anche esponenti dell’amministrazione e del consiglio comunale, Giovanni Petralia, assessore alla Viabilità, che ha assicurato la vicinanza della Comune alle istanze espresse e lo sforzo messo in atto dall’amministrazione per aumentare il numero degli addetti alla polizia locale, e i consiglieri Daniele Bottino (FdI) e Piermaria Capuana (FI).
Un “patto attivo tra cittadinanza e operatori della sicurezza per sviluppare proposte concrete e pertinenti” è la proposta dei rappresentanti del terzo settore presenti all’incontro, Angelo Villari, presidente dell’associazione Comunità in Progresso, e Salvatore Raffa, Presidente dell’associazione Centro di Servizio per il Volontariato Etneo Csve.

