Finanziamenti per laghetti: boccata d’ossigeno per agricoltori

Siccità, finanziamenti per laghetti e attrezzature: boccata d’ossigeno per gli agricoltori siciliani

Siccità, finanziamenti per laghetti e attrezzature: boccata d’ossigeno per gli agricoltori siciliani

Giuliano Spina  |
giovedì 22 Agosto 2024

Finanziamenti per gli imprenditori agricoli singoli e di 300mila euro da parte della Regione Siciliana per le associazioni di agricoltori.

“Noi giudichiamo la norma assolutamente positiva, nel senso che adesso e anche oltre in Sicilia ci deve essere un piano strutturale e infrastrutturale serio che possa portare a invasare l’acqua e a captarla. Quindi la questione degli invasi e di eventuali nuovi pozzi per noi è un fatto di estrema importanza. Ci vogliono però procedure veloci affinché dopo la presentazione del progetto esso possa essere realizzato. Ci sono norme vecchie che prevedono anni di burocrazia che l’impresa agricola non può aspettare. Noi siamo per gli investimenti perché in Sicilia non ci può essere agricoltura senza acqua”. Così il presidente regionale della Confederazione Italiana Agricoltori, Graziano Scardino, intervenuto al Qds.it, ha commentato i recenti stanziamenti entro i massimali di 25mila euro per gli imprenditori agricoli singoli e di 300mila euro da parte della Regione Siciliana per le associazioni di agricoltori.

Questi finanziamenti sono destinati ai seguenti interventi: captazione e realizzazione di sistemi di raccolta e stoccaggio delle acque, realizzazione di nuove vasche/serbatoi/piccoli invasi, nuovi pozzi e/o miglioramento di pozzi esistenti, recupero e trattamento delle acque reflue e impianti di mini-desalinizzazione.

Scardino (Cia Sicilia): “Lavoriamo per un concetto moderno di uso dell’acqua”

La questione in un periodo in cui si sta cercando di combattere nel migliore dei modi la crisi idrica in Sicilia assume un rilievo particolare e rappresenta “un bellissimo segnale – ha proseguito Scardino -. Noi ci auguriamo che nella fase realizzativa le aziende possano intervenire per poi passare a una fase successiva. Noi abbiamo dato l’ok a una norma che riguarda la captazione dell’acqua come forma preventiva rispetto alla siccità. Ci sono altri fondi disponibili, circa altri 100 milioni di euro, e noi abbiamo dato assenso a condizione che le procedure siano snelle per dare una svolta in Sicilia. Dal mio punto di vista potrebbe essere una svolta epocale, con investimenti che portino a un uso più privato dell’acqua per poterla invasare nei laghetti e distribuirla. Questo è un concetto moderno di acqua che speriamo che il nuovo assessore regionale possa sposare e portare avanti in questa regione”.

“Già col precedente assessore avevamo i tavoli e si stava lavorando per pompare l’acqua della diga di Lentini, che tecnicamente è un’opera impegnativa, con centinaia di litri al secondo da mettere in pressione nelle varie reti distributive della Piana di Catania. Sapevamo che non sarebbe stata un’opera semplice, perché le condotte sono vetuste, ma abbiamo notato e condiviso il tentativo di portare l’acqua agli agrumicoltori. Non siamo riusciti purtroppo a Ponte Barca a far deviare l’acqua sulla Piana. Sicuramente porteremo altri risultati a casa, ma spesso la burocrazia mette in difficoltà. Siamo però sulla strada giusta perché si è fatta la norma sulla riforma dei Consorzi di Bonifica, che dovrebbe diventare legge a breve. Dobbiamo ragionare in modo tale che in tutti i periodi ci voglia un piano serio che preveda anche l’utilizzo delle acque reflue, facendo in modo che possiamo avere l’acqua disponibile. L’assenza di piogge ci deve fare tenere l’attenzione alta”.

“Una chiave di volta importante”

La strategia messa in campo dalla Regione Siciliana per i laghetti collinari per l’accumulo e la distribuzione per irrigazione e allevamento sembra convincere del tutto. Anche la competenza del nuovo assessore all’Agricoltura fa la sua parte in tal senso.

“È una chiave di volta importante – ha concluso Scardino -. Le difficoltà sono rappresentate dalle autorizzazioni che devono rilasciare i vari enti, come il Genio Civile e la Sovraintendenza. La Regione deve sia rilasciare i decreti per fare il laghetto che le autorizzazioni necessarie. Si devono però avere tempi contingentati, come 60 giorni per sapere se una cosa si può fare o meno. Il tempo in Sicilia è scaduto, anche perché non abbiamo ancora i dissalatori e in Italia il sale diventa un rifiuto speciale”.

“Il nuovo assessore è un professore di Idraulica e potrebbe essere la persona adatta a dare una svolta a questo sistema idrico regionale. Abbiamo le carte in regola con i Consorzi di Bonifica da un lato e con una norma di legge per costituire una rete capillare di laghetti e di pozzi dall’altro per fare agricoltura di qualità. Stiamo facendo raccolti pur avendo colture a rischio e il privato deve avere la possibilità di intervenire senza burocrazia. Noi monitoreremo affinché le opere si realizzino e verificheremo lo stato riguardo ai laghetti”.

Marchese Ragona (Confagricoltura Sicilia): “Il privato si dota di strutture sue”

Il presidente regionale della Confagricoltura, Rosario Marchese Ragona, ha posto la sua attenzione sui finanziamenti per i pozzi, per i quali proprio l’associazione è stata promotrice, con grandi vantaggi per i privati.

“Abbiamo dato il nostro contributo – ha detto Marchese Ragona – affinché questi finanziamenti venissero inseriti su una misura per la quale abbiamo lavorato. Ne parlavamo da qualche mese e adesso saranno possibili le seguenti cose: scavare pozzi in deroga, pulire i laghetti e avere anche attrezzature per fronteggiare la siccità. In un momento di grande crisi il privato fa prima a dotarsi di strutture sue per combattere i cambiamenti climatici, nell’attesa che partano i lavori per le dighe. I danni in agricoltura sono enormi, ci sono dighe non collaudate, strutture colabrodo, cartelle pazze che arrivano ai nostri agricoltori e questa è una boccata d’ossigeno per i nostri imprenditori”.

“Il governo Musumeci finanziò circa 500 laghetti con un bando, che ebbe il nostro plauso, con un massimale di 300mila euro. Abbiamo chiesto quindi il secondo con il massimale di 25mila euro. Tutto ovviamente dipende dalle possibilità aziendali. Sammartino portò avanti il bando, furono emessi i decreti e a luglio abbiamo chiesto al direttore generale lo scorrimento delle graduatorie che ci è stato dato. La novità è la possibilità di scavare pozzi. Qualora i soldi non dovessero bastare chiederemo un rimpinguamento”.

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