Siccità, lunedì Schifani a Roma per lo stato di emergenza

Siccità, lunedì Schifani a Roma per lo stato di emergenza

Daniele D'Alessandro

Siccità, lunedì Schifani a Roma per lo stato di emergenza

Redazione  |
domenica 05 Maggio 2024

Giornata cruciale quella di domani al Consiglio dei Ministri

Il Consiglio dei ministri esaminerà domani pomeriggio, lunedì 6 maggio, la richiesta presentata dalla Regione Siciliana per la «dichiarazione dello stato di emergenza in relazione alla situazione di deficit idrico in atto in Sicilia». Alla riunione a Palazzo Chigi, in programma alle 17.30, parteciperà il presidente della Regione, Renato Schifani.

Siccità, una crisi senza fine in Sicilia

Allo scorso 1 aprile, secondo i dati resi noti dall’Autorità di bacino del distretto idrografico della Regione Siciliana, sono stati soltanto 312 i milioni di metri cubi di acqua raccolti. Circa 13 milioni di metri cubi in più del mese di marzo scorso e circa 170 milioni di metri cubi in meno rispetto ad aprile 2023, quando ne erano stati accumulati 484. Gli apporti di acqua nei singoli invasi siciliani sono irrisori, così come le perdite.

Invasi problema per la comunità

In particolare, crescono Ancipa sul fiume Troina, Garcia sul Belice sinistro, Poma sul fiume Jato. In perdita, invece, Lentini fuori alveo, mentre tutto il resto rimane sostanzialmente inalterato rispetto al mese precedente.

Un risultato che va a rafforzare quello che è ormai un andamento costante e sembra, irreversibile, con gravissime conseguenze per quello che sarà poi il periodo estivo, in cui l’intera regione potrebbe vivere una grave siccità. Considerando il fatto che molti degli invasi siciliani sono ad uso promiscuo, non solo irriguo, ma anche potabile, industriale ed elettrico, il problema non si ripercuote solo sull’agricoltura, ma sulla comunità intera.

In particolare, sono destinate a più di un uso (quindi anche potabile, ndr) le risorse contenute nelle dighe Ancipa, Castello, Fanaco, Garcia, Leone, Piana degli Albanesi, Poma, Prizzi, Ragoleto, Rosamarina e Scanzano. Per tale ragione, buona parte della loro capacità non potrà essere utilizzata nelle campagne. I dati di aprile non sono una sorpresa: quelli relativi all’andamento dei singoli invasi siciliani nell’anno idrogeologico, che va da ottobre a settembre, mostra come quasi tutte le dighe sono al loro minimo storico, molto al di sotto del volume autorizzato.

Lo stato di calamità

Proprio all’inizio del mese di febbraio, il governo guidato da Renato Schifani ha dichiarato lo stato di calamità naturale da siccità severa nell’intero territorio regionale su proposta dell’assessorato all’Agricoltura. La Sicilia è l’unica regione d’Italia e tra le poche d’Europa in zona rossa per carenza di risorse idriche. Stessa situazione si ritrova in Marocco ed Algeria.

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Un commento

  1. Gaetano ha detto:

    In inverno l’ acqua finisce in mare perché le dighe sono insufficienti a contenere una certa quantità d’acqua: ma le dighe sono mai state collaudate ?
    Perché non si costruiscono altre dighe ?

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