Siccità in Sicilia, in estate pioggerelline inesistenti e politica assente

Siccità in Sicilia, politica nazionale assente e pioggerelline inesistenti. Arcoria: “Una catastrofe che non ha eguali”

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Siccità in Sicilia, politica nazionale assente e pioggerelline inesistenti. Arcoria: “Una catastrofe che non ha eguali”

Giuliano Spina  |
domenica 30 Giugno 2024

I settori agricoli e zootecnici soffrono terribilmente la situazione di emergenza idrica. I due esponenti di Confagricoltura Catania e Cia Sicilia chiedono interventi immediati e considerevoli.

“Le ultime pioggerelline sono state in piccolissimi comprensori e quasi inesistenti. Acqua zero, nelle campagne continua a non piovere, le temperature si sono un po’ abbassate, ma sta arrivando un’altra ondata di calore. Fuoco su fuoco si mettono a repentaglio le coltivazioni che abbiamo su tutta l’Isola e nell’area catanese i danni sono incalcolabili e devastanti per tutte le coltivazioni. Tutti stanno soffrendo questa triste agonia per le piante”. Questo il commento del presidente di Confagricoltura Catania, Giosuè Arcoria, intervenuto al Qds.it, sull’attuale situazione dei terreni agricoli con l’estate appena iniziata in periodo di forte siccità in Sicilia.

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Già lo scorso anno abbiamo visto come nel mese di luglio le temperature alte abbiano fatto la loro parte portando a prendere fuoco diversi ettari di terreno in tutta l’Isola e come il Lago di Pergusa stia scomparendo.

Siccità in Sicilia in estate: l’intervento di Arcoria

La quasi totale assenza di eventi piovosi degli ultimi mesi porta a temere di non avere più acqua, come spiega lo stesso Arcoria: “Io avrò acqua per un mese e mezzo di autonomia con i laghetti artificiali, ma dopodiché tutti noi siamo nelle mani del Signore. Si rischia di vanificare i sacrifici di intere generazioni. Si andrà incontro a un danno incalcolabile perché per noi la vera industria è l’agricoltura, che ha un indotto di migliaia di famiglie tra lavoratori e braccianti. Le aziende sono già al collasso e nei prossimi mesi se si continua così non ho che immaginare. Nella Piana di Catania le persone stanno tagliando ed estirpando le prime centinaia di ettari perché non hanno acqua. Una catastrofe che non ha eguali”.

L’utilizzo dell’acqua deve essere razionato, ma le istituzioni risultano sempre assenti malgrado la proclamazione dello stato di emergenza nazionale per la siccità in Sicilia all’inizio dello scorso mese di maggio. Solo nell’ambito regionale gli aiuti sono visibili.

Il ruolo della politica

“La politica negli ultimi quarant’anni – conclude Arcoria – non ha fatto assolutissimamente niente, non ha mai pensato all’agricoltura. Oggi è facile correre ai ripari, oppure aggrapparsi sugli specchi e dare la colpa al cambiamento climatico. Gli agrumi che hanno bisogno di una notevole quantità di acqua non ne hanno e devono essere abbandonati. Chi al contrario ha acqua ne ha poca, quindi riesce a salvare la pianta, ma non a portare il frutto a compimento. Lo stress idrico porta anche alla morte e il danno è tanto sia sugli agrumi che sugli ulivi”.

“L’unica coltura che non ha ripercussioni è la vite, che non ha questi notevoli problemi perché resiste alla siccità, ma non a lungo. A livello provinciale le persone non hanno fatto coltivazioni e tanti braccianti non lavoreranno, anche perché i bilanci economici si aggraverebbero. Dobbiamo sensibilizzare la popolazione a razionare l’acqua e a non appiccare gli incendi perché non c’è come spegnerli” continua.

“Il governo regionale ha reso nota questa situazione al governo nazionale, ma purtroppo quest’ultimo non ha fatto assolutamente nulla. La politica non sta capendo la gravità della situazione e siamo nell’assurdo veramente. Qui le aziende il 16 giugno hanno pagato le prime rate dell’Inps e il 16 luglio ne abbiamo altre, ma qui le aziende non possono pagare nulla. Come per il Covid si devono mettere certi criteri affinché le aziende siano nelle condizioni di pagare. La Regione almeno ha stanziato diversi fondi e sta facendo piccoli sforzi, ma da qui ai prossimi due mesi credo che succederà qualche rivolta, perché tanti associati che ho sentito vogliono fare qualcosa. Dobbiamo scendere in campo!”. Conclude così Giosuè Arcoria.

Le parole di Scardino sulla siccità in Sicilia in estate

Il presidente regionale della Confederazione Italiana Agricoltori, Graziano Scardino, pone la sua attenzione sull’assenza delle precipitazioni e sui problemi della trebbiatura del grano. Anche il comparto dell’allevamento richiede molta attenzione a causa della siccità in Sicilia, soprattutto in estate.

“La situazione diventa sempre più drammatica – afferma Scardino – perché si sperava che come lo scorso anno giugno fosse un mese con adeguate precipitazioni. In termini di risorse idriche e di capacità di invaso delle nostre dighe quest’anno c’è stata una totale assenza di precipitazioni, perché le pioggerelline nelle campagne neanche si notano perché è stato un quantitativo trascurabile. Questo ha peggiorato la situazione della zootecnia, che continua ad avere il problema del foraggiamento degli animali, ma oggi molte realtà stanno caricando con le autobotti l’acqua da alcune sorgenti per portarla agli animali, che oggi sono anche con carenza idrica”.

La situazione agricola e zootecnica

“L’altro effetto è che la coltura grano ha visto quasi azzerate le rese produttive. Facciamo le domande riguardanti la perdita di reddito, anche attraverso il Fondo Agricat. Stiamo monitorando con l’assessorato i 10 milioni di euro per la distribuzione dei voucher per il fieno e abbiamo individuato i Comuni, come quelli di Castel Di Iudica e Ramacca, che sono tra quelli più siccitosi. Stiamo ascoltando le istanze degli allevatori, anche per calmierare il fieno del mercato normale”.

“Questo caldo sta pregiudicando l’allegagione degli oliveti, quindi dovremmo capire come la produzione si configurerà, stessa cosa per gli agrumeti e per il vitivinicolo. Quest’anno è disastroso per l’agricoltura siciliana e prendiamo atto anche della carenza idrica nei Comuni. Abbiamo richiesto di intervenire sia sulle acque reflue che su quelle sotterranee, riguardo a queste ultime per semplificarne l’acquisizione e per pianificare il futuro, data la crisi climatica“.

“Abbiamo visto qualche risultato sulle norme regionali e stiamo le filiere più delicate, perché quando muore un animale c’è un interesse per chi lo ha allevato, c’è quello economico e c’è anche la partita sanitaria. Ci preoccupiamo quindi per la disponibilità sia di foraggio che di acqua. Abbiamo avuto il decreto per i contributi per gli agricoltori dall’Europa e dal Ministero aspettiamo che trasmetta all’Unione Europea il decreto della giunta regionale per ricevere i fondi che ci permettono di intervenire in questo periodo di circostanze eccezionali” conclude Graziano Scardino.

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