“Noi della Cia invitiamo gli agricoltori a fare una scelta oculata riguardo l’utilizzo dell’acqua che si ha a disposizione, poiché nella maggior parte dei comprensori ancora non c’è stata l’apertura idrica. Mi riferisco alla diga Ogliastro, alla diga Pozzillo, ma anche al lago di Lentini. Per cui è una situazione che deve essere gestita e noi ci auguriamo che ci sia ancora la disponibilità nei vari invasi aziendali affinché si possa tamponare questa prima ondata di calore nella stagione, perché il rischio per le piante è palese e inviteremo l’Autorità di Bacino, i responsabili dei Consorzi di Bonifica e l’Assessorato Regionale all’Agricoltura ad accelerare i tempi di distribuzione dell’acqua e soprattutto a mettere in atto i processi di manutenzione indispensabili per poter fare arrivare l’acqua nella maniera più omogenea possibile in tutti gli impianti, sia fruttiferi che orticoli”.
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Con queste parole il presidente regionale della Confederazione Italiana Agricoltori, Graziano Scardino, intervenuto al Qds.it, espone le istanze che l’associazione rivolge agli organi regionali affinché con l’arrivo dell’ondata di calore prevista per il prossimo fine settimana e che rappresenterà quindi un vero e proprio banco di prova per l’emergenza siccità dopo i miglioramenti registrati nello scorso inverno.
Scardino (Cia Sicilia): “Dighe? Aspettiamo l’1 luglio”
Le temperature in Sicilia si preannunciano davvero alte per il prossimo weekend, con picchi di almeno 36 gradi. Per quel che riguarda le dighe invece, queste verranno aperte “per l’immissione – spiega Scardino – dell’acqua dei canali negli invasi. La data prevista è l’1 luglio e speriamo che ciò avverrà. Gli agricoltori hanno disponibilità per gli invasi riempiti durante il periodo primaverile. Si deve tamponare al momento il tutto con gli invasi aziendali e in seguito si deve cominciare a immettere nei canali l’acqua raccolta nei mesi scorsi. Per le opere di manutenzione previste nel Piano di Sviluppo Rurale i lavori sono complessi e noi li stiamo monitorando” – spiega il presidente regionale di Cia Sicilia.
Il confronto con gli enti è costante, ma si tiene d’occhio il tutto in maniera quotidiana, anche perché nella parte occidentale dell’Isola le dighe versano in stato precario.
“Noi siamo in contatto con l’Assessorato – conclude Scardino – e con tutti i dirigenti dei Consorzi di Bonifica di tutta la Sicilia e monitoriamo come inizierà la distribuzione dell’acqua dall’1 luglio. Ovviamente interverremo in maniera pesante nel caso in cui gli impegni assunti dall’Assessorato non saranno mantenuti. Abbiamo una situazione di distribuzione dell’acqua ormai retrodatata, con 60 anni di lavori che si sono accumulati nel corso degli anni, e il rischio che quando essa verrà immessa nelle condotte ci potranno essere delle forature e di perdite, che dovranno essere tamponate”.
“Quest’anno per fortuna c’è acqua nelle dighe della Sicilia orientale, mentre invece ce n’è poca in quella della Sicilia occidentale, che monitoriamo. L’invito che rivolgo agli agricoltori è quello di monitorare e di irrigare in tarda serata o di prima mattina. In azienda c’è bisogno di una gestione corretta dell’acqua, senza dispersione. Per l’acqua pubblica controlleremo tutto il lavoro che verrà fatto”.
Bonfiglio (imprenditore agricolo): “Preoccupati per gli incendi”
L’imprenditore agricolo Giovanni Bonfiglio, operante nel territorio di Melilli, nel Siracusano, pone la sua attenzione sull’importanza dell’irrigazione, ma soprattutto sul rischio incendi, causato spesso da un elemento specifico.
“Proveniamo da un inverno – spiega Bonfiglio – abbastanza buono, con una discreta piovosità e temperature giuste, ma ora arrivano le ondate di caldo, che producono stress idrico per le piante, con una maggiore evaporazione dell’acqua. Si possono aiutare le coltivazioni con l’irrigazione, ma serve l’acqua e non abbiamo altri strumenti. La situazione è in chiaroscuro e non sembra esserci l’ampia disponibilità di acqua. C’è da ricordare che si creeranno anche le condizioni ambientali favorevoli allo sviluppo degli incendi, che non partono da soli, ma sono alimentati dal caldo e dal vento, e dobbiamo pulire i terreni per prevenire gli incendi e mantenere un prato permanente. Se un oliveto viene sfalciato si riduce l’evaporazione dell’acqua, ma si crea un substrato favorevole alla propagazione degli incendi. Nel 2021 ho perso 1500 alberi per un incendio e molti proprietari non fanno niente perché non vengono create le condizioni ottimali per lo sviluppo dell’agricoltura. Le campagne vengono abbandonate e gli incendi si propagano. I proprietari dei terreni devono fare la loro parte affinché il rischio sia ridotto al minimo, così come gli enti locali”.
Le conclusioni e l’appello agli enti di riferimento
“Noi sollecitiamo tutte le autorità competenti – conclude Bonfiglio – a fare in modo che non manchi l’acqua per i coltivatori di agrumi, che ne hanno bisogno nel periodo estivo, e le municipalità a stimolare i proprietari a fare la scerbatura lungo le strade. Facciamo questo in tutte le sedi e in tutti i tavoli, mentre io faccio il mio lavoro di pulizia, ma ci sono anche strade non percorribili per via delle erbacce che le coprono. A Melilli il Comune si è attivato tramite la Protezione Civile con i pick-up attrezzati, ma il fenomeno è difficile da contrastare e bisogna agire di più a livello culturale. Nella nostra zona gli incendi hanno fatto tantissimi danni” – conclude Giovanni Bonfiglio, imprenditore agricolo della zona.

