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Sicilia, depurazione acque: 50% dei progetti è in fase attuativa

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Sicilia, depurazione acque: 50% dei progetti è in fase attuativa

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sabato 24 Settembre 2022

I commissari per la depurazione delle acque sono senza poteri speciali. Sentiamo Riccardo Costanza, subcommissario in Sicilia.

I commissari per la depurazione delle acque sono senza poteri speciali. Dunque non è tutto nelle loro mani il destino per il miglioramento del settore idrico e depurativo della Sicilia. Ne è ben consapevole anche Riccardo Costanza, subcommissario in Sicilia per la progettazione, l’affidamento e la realizzazione degli interventi necessari all’adeguamento dei sistemi di collettamento, fognatura e depurazione oggetto di sentenza di condanna della Corte di giustizia dell’Unione europea sul trattamento delle acque reflue urbane.

Il suo è una sorta di campanello d’allarme, o forse un appello, che in maniera più o meno velata lancia alla burocrazia siciliana.

“L’attività commissariale è a pieno regime, abbiamo sviluppato i progetti e sono stati tutti validati – precisa -. Il 50 per cento è in fase attuativa e quindi in grande avanzamento. Un altro 50% speriamo di poterlo definire entro l’anno prossimo e di poterlo quindi portare a livello di progettazione attuativa. I temi per le prima opere? È giusto dire che parliamo di interventi enormi, come il rifacimento ex toto delle fognature, sono lavori che richiedono anni. Io spero di vedere la conclusione di queste opere intorno al 2026, almeno di quelle più grandi. Ma non dipende tutto da noi ma anche dalla burocrazia, noi non abbiamo deroghe in quanto commissari e quindi molto dipenderà anche dai tempi delle autorizzazioni che ci verranno rilasciate mano a mano che le richiederemo”.

Un esempio di malaburocrazia? Sicuramente quanto si sta verificando a Catania con i lavori per il collettore fognario che si sono interrotti in quanto E-distribuzione attendeva ancora i pagamenti delle fatture pregresse da parte della Regione. Si sperava che il problema potesse risolversi nel giro di pochissimo tempo ed invece ancora oggi nulla anche se all’orizzonte sembra vicina la ripartenza del cantiere.

“Io ho sollecitato – specifica Costanza – ma purtroppo ad oggi il mio intervento non si è rivelato efficace -. Abbiamo avuto notizie dal dipartimento regionale al Bilancio che i pagamenti potrebbero essere effettuati la prossima settimana, si sta facendo la ricognizione dei residui di bilancio e dunque dovrebbe arrivare la liquidazione. Ma paradossalmente in realtà il problema si potrebbe ripresentare nel momento in cui dovranno essere fatti questi passaggi di bilancio che richiedono dei tempi e dunque impongono il blocco della spesa e delle liquidazioni”.

Di fronte a questa notizia negativa se ne affianca una invece positiva che è l’avvio della fase esecutiva dell’iter per il raddoppio del depuratore di Acqua dei Corsari a Palermo, la più importante delle opere previste in campo fognario-depurativo. La struttura guidata dal commissario unico per la depurazione Maurizio Giugni ha infatti disposto la consegna definitiva dei lavori alla ditta affidataria, che potrà così ora realizzare un impianto da 880 mila abitanti equivalenti, capace di coprire il territorio di Palermo, di Altofonte, Ficarazzi, Villabate e della frazione di Portella di Mare del comune di Misilmeri.

Dopo la prima consegna parziale dei lavori del 19 ottobre 2021, finalizzata alle sole opere indifferibili e urgenti riguardanti l’ammodernamento dell’impianto esistente, l’iter autorizzativo del nuovo depuratore è stato accelerato fino all’emissione, nel giugno scorso, del Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale da parte della Regione Siciliana.

Riguardo poi alla relazione sulla commissione d’inchiesta Ecomafie Costanza non si mostra sbalordito per quanto letto, anzi era tutto sostanzialmente atteso.

“Sì, possiamo dire che i risultati fossero attesi. Noi come struttura commissariale operiamo dove ci sono procedure d’infrazione e risulta la Sicilia tra le più colpite. Abbiamo tutti gli agglomerati coinvolti, ci sono quattro procedure d’infrazione. Sulle prime due, iniziate oramai nel 2004 e 2009, ci sono in corso 67 interventi in 43 agglomerati in tutta la Sicilia, tranne per la province di Enna perché attualmente non ce ne stiamo occupando. Per il momento l’attenzione è sugli agglomerati più grandi. Guardando quindi i dati delle procedure d’infrazione era tutto abbastanza atteso. Tutte le province sono coinvolte e lo sapevamo”.

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