Sicilia, il disegno di legge per l'elezione diretta dei presidenti

Ex Province, non c’è pace: ecco la legge per l’elezione diretta. Ed è polemica

Ex Province, non c’è pace: ecco la legge per l’elezione diretta. Ed è polemica

Stefano Scibilia  |
mercoledì 23 Ottobre 2024

"Siamo nelle mani di dilettanti allo sbaraglio"

Un disegno di legge per la reintroduzione dell’elezione diretta dei presidenti e dei consiglieri dei Liberi consorzi e delle Città metropolitane in Sicilia è stato incardinato in commissione Affari istituzionali all’Ars. L’iniziativa e la conseguente firma di alcuni deputati del centrodestra, tra cui il presidente della commissione Ignazio Abbate. La proposta di legge conta sei articoli e disciplina la composizione degli organi di vertice degli enti, reintroducendo l’elezione diretta che era stata mandata in soffitta dalla riforma voluta dall’allora governatore Rosario Crocetta.

Si tratta di una legge regionale che in passato ha cancellato le Province, dando vita a tre Città metropolitane (Palermo, Catania e Messina) e a sei Liberi consorzi di Comuni (Trapani, Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa e Siracusa), introducendo il voto di secondo livello con il coinvolgimento esclusivo dei sindaci e dei consiglieri comunali. Da allora, gli enti sono stati guidati soltanto da commissari e adesso quello scenario, che dovrebbe essere attuato per la prima volta il 15 dicembre di quest’anno in virtù del decreto che fissa la data delle elezioni di secondo livello, viene messo in discussione dal nuovo ddl.

Sicilia, Faraone: “Siamo nelle mani di dilettanti allo sbaraglio”

“Proprio stamattina nell’Aula della Camera stiamo votando la modifica alla legge costituzionale sullo Statuto della Regione Friuli-Venezia Giulia, per il ripristino dell’elezione diretta dei presidenti delle province”. Lo dice Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva alla Camera. “Qualcuno dovrebbe spiegarmi perché, in Sicilia, anch’essa regione a Statuto speciale, si possa procedere a una riforma e addirittura al voto dei presidenti delle province nella primavera prossima, con il solo voto dell’Ars e senza un passaggio in Parlamento nazionale. Siamo nelle mani di dilettanti allo sbaraglio, che un giorno pensano una cosa, il giorno dopo il contrario, non tenendo conto minimamente del rispetto delle istituzioni e delle procedure costituzionali. Se all’Ars dovesse essere approvata una riforma in tal senso e dovessero essere indette elezioni, sarebbe praticato un percorso profondamente illegittimo. Le nostre istituzioni territoriali sarebbero condannate al caos per i prossimi anni. Sarebbe da irresponsabili. Schifani e la maggioranza se ne dovranno assumere la responsabilità”.

Ddl Sicilia, Ardizzone e Cambiano: “Il centrodestra si prepara per una batosta”

“Ritorna in ballo l’elezione diretta per le ex Province? Il centrodestra sta apparecchiandosi una nuova sonora batosta come già avvenuto e solo per fare ‘ammuina’ su argomenti triti e ritriti. Qualcuno comunque gli ricordi che la Corte Costituzionale ha imposto le elezioni di secondo livello con la legge Delrio in vigore e questo non ci pare essere stato minimamente superato”. A dirlo i deputati M5S all’Ars Martina Ardizzone e Angelo Cambiano, componenti della commissione Affari istituzionali dell’Ars.

“Senza l’abrogazione della Legge Delrio – afferma Ardizzone – le elezioni di primo livello restano incostituzionali ed è questo il tema centrale. Come tema centrale sarebbe anche il fatto che mancano le risorse alle ex Province, ma a loro interessano le poltrone, punto. I bisogni dei cittadini possono sempre aspettare”. Secondo Cambiano “il centrodestra torna a fare ‘ammuina’ su argomenti che hanno ingessato inutilmente l’aula e la commissione a lungo e su temi che interessano pochissimo ai siciliani che hanno ben altro a cui pensare. Qui non si tratta di essere favorevoli o contrari al ritorno di questi enti, ma ciò che balza agli occhi è il tentativo di violare i principi dettati in materia dalla Corte Costituzionale”.

Ddl Sicilia, Cracolici: “Siamo su Scherzi a parte?”

“Dopo dodici anni di commissariamento e con la data del 15 dicembre già fissata per le elezioni di secondo livello per Liberi consorzi e Città metropolitane, non si può più consentire questo giochino: se non si va al voto andiamo incontro ad una grave violazione statutaria che può portare allo scioglimento dell’Ars”. Lo ha detto Antonello Cracolici, deputato Pd all’Ars, intervenendo in aula all’inizio della seduta con riferimento al ddl sull’elezione diretta nelle ex province presentato dal centrodestra.

“Quando sono arrivato questa mattina all’Ars mi sono chiesto ‘Siamo su Scherzi a parte?’ – ha aggiunto Cracolici – la maggioranza prova a fare un ddl per rinviare le elezioni provinciali. Se dovesse passare questo provvedimento, presenterò un ricorso per chiedere l’annullamento del voto: se infatti non c’è una legge nazionale che autorizza a votare in deroga alla Delrio, siamo tenuti a votare con il sistema di secondo livello”.

“Diciamo la verità – conclude Cracolici – la vera preoccupazione di alcuni deputati regionali è che si apra una competizione ulteriore rispetto ai propri collegi elettorali. Mi auguro che questa buffonata venga fermata in tempo”.

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