Non solo le coste siciliane possono dare molto al turista che decide di conoscere l’Isola, ma anche le aree dell’entroterra nascondono un patrimonio storico e culturale che può raccontare molto e offrire altrettanto. I numeri sono interessanti: secondo le ultime rilevazioni dell’Istat nelle aree interne della regione, cioè quei territori caratterizzati da marginalità e difficoltà nella disponibilità di beni e servizi, sono presenti 107 musei o gallerie, 48 aree archeologiche e 23 complessi monumenti.
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Si tratta, nell’80,3% dei casi, di istituti pubblici, mentre la restante parte è gestita da privati. La fonte informativa è la rilevazione su “Musei e istituzioni similari” dell’Istat, indagine che ha per oggetto tutti i musei, le raccolte e le gallerie d’arte, le aree e i parchi archeologici, i monumenti e i complessi monumentali presenti sul territorio nazionale e chiaramente attivi.
Tante le strutture dedicate all’archeologia e all’antropologia
Per tipologia, si mette in evidenza in Sicilia una importante percentuale delle strutture dedicate all’archeologia o delle aree archeologiche, che insieme rappresentano il 35,4% del totale, insieme a quelle etnografiche o antropologiche, al 10,6%.
Realtà interessanti, che trovano il proprio spazio nel 15% dei casi in chiese o complessi monumentali a carattere religioso, mentre nel 25,7% dei casi è dislocato in ville o palazzi di interesse storico e artistico. Non mancano le possibilità di visitare questi luoghi: l’82,3% hanno un orario di apertura prestabilito, che si sviluppa, nel 73,1% dei casi su 6 o 7 giorni alla settimana, mentre il 21,5% delle strutture è aperto da 4 a 5 giorni. Inoltre, il 58,4% di luoghi culturali è aperto per più di 250 giorni all’anno, mentre il 12,4% è aperto da 181 a 250 giorni. Moltissimi, poi, sono quelli visitabili completamente a titolo gratuito, ben il 46% del totale.
In termini di visitatori paganti, meglio della Sicilia ha fatto solo la Toscana
Il successo riscosso ha un valore non da poco: secondo i dati Istat, nel 2023 i visitatori sono stati 1,7 milioni, di cui 1,2 milioni paganti. Tra le 10 strutture più visitate dei Comuni delle aree interne spiccano alcuni dei più prestigiosi siti archeologici ed edifici storici del Mezzogiorno, come il Teatro greco romano di Taormina, il Parco archeologico di Segesta e di Piazza Armerina.
Rispetto all’intera penisola, ha fatto meglio soltanto la Toscana. In Sicilia, però, si tratta generalmente di turismo di prossimità o comunque nazionale, mentre in altre regioni tale distribuzione è più omogenea. Nel 55,9% delle strutture, più del 70% dei visitatori sono italiani. mentre una equivalente percentuale di stranieri si registra nello 0,9% degli istituti. Molti gli studenti in visita didattica: oltre il 47% delle strutture hanno dichiarato di aver ricevuto nell’anno oltre 500 studenti, e il 24,2% ne ha ricevuti tra 200 e 500.
Grande attenzione agli studenti in visita didattica
Molte sono le strutture, infatti, il 40,7% del totale, che presentano sale, laboratori per attività didattiche, di studio e di ricerca, e ben il 27,4% presenta una sala video o multimediale. Numeri interessanti, che però rimangono al di sotto della media nazionale, e sui quali è necessario lavorare ancora.
Nell’intera penisola, le persone che hanno scelto di visitare i musei, i monumenti e i siti archeologici localizzati nelle aree interne sono state circa 13,8 milioni: una quantità che rappresenta il 12,8% del totale dei visitatori in Italia, quasi 108 milioni. In media, i luoghi del patrimonio culturale delle aree interne hanno registrato oltre 8 mila visitatori per struttura, con punte eccezionali in alcune regioni. Campania, Sicilia e Valle d’Aosta si distinguono, infatti, per valori superiori di oltre il doppio, seguite da Trentino-Alto Adige, Toscana, Lombardia, Veneto e Basilicata.

