Per fortuna i dati di contagio del virus diminuiscono e quindi speriamo entro un tempo ragionevole che anche la Sicilia, come la Sardegna, possa diventare zona bianca. Questo dato incoraggiante dovrebbe essere un carburante perché, guardando con ottimismo il futuro, si ricominci a costruirlo.
Per farlo, occorre che la classe dirigente siciliana, a cominciare da quella istituzionale, rinserri le fila e si metta a lavorare alacremente su progetti di crescita, per recuperare il catastrofico buco del Pil che, nel 2020, è crollato di oltre dieci punti percentuali.
La forza di un popolo e della sua classe dirigente si misura proprio dalla capacità di ricominciare da capo, affrontando le vicende disgraziate con forza d’animo e voglia di rimettersi in carreggiata.
Questa premessa è necessaria per evitare che le varie parti della dirigenza siciliana scaraventino una contro l’altra colpe e responsabilità dell’inazione, che c’è stata, e c’è stata, nel corso di tutto il 2020.
In primis, la Regione deve dare quel colpo di reni per incentivare tutte le attività, purtroppo meno quella turistica e ricettiva, perché non dipende solo da noi, salvo quello che scriviamo appresso.
Non appena i dati lo consentiranno, la Regione dovrà fare un grande piano di turismo regionale e turismo scolastico, cogliendo l’occasione per far conoscere ai siciliani l’Isola, dato che – secondo le inchieste che facciamo – la conoscono poco. Soprattutto i siciliani dell’occidente hanno poca dimestichezza coi luoghi orientali e viceversa, lo stesso dicasi dei siciliani tirrenici che conoscono poco la Sicilia del Mediterraneo.
Inoltre, è indispensabile predisporre, sempre appena i dati lo consentiranno, un piano affinché le giovani generazioni abbiano consapevolezza dei tesori della propria terra e, anziché pensare alla via di fuga verso l’Europa ed il mondo, riflettano su come fare impresa qui, mediante innumerevoli startup, ovvero valorizzando ciò che esiste e di cui magari le proprie famiglie non hanno tenuto conto, mediante l’innovazione, che è il forte carburante per fare decollare le attività economiche.
Poi, non meno importante, la Regione dispone di oltre cinque miliardi di fondi europei a vario titolo, non spesi nel Piano operativo 2014/20. Non sono spiccioli né bruscolini. Attivando un “Progettificio”, essi possono essere spesi in tempi ragionevoli, immettendo nel circuito finanziario ed economico della Sicilia non solo gli stessi cinque miliardi, ma anche le risorse ordinarie statali (due miliardi) che cofinanziano i progetti.
Infine, sul punto, ribadiamo per l’ennesima volta come la Regione, nel varare il bilancio 2021, dovrebbe tagliare con la scure la spesa corrente (cattiva) ed aggiungere le risorse così risparmiate a quelle che abbiamo prima elencato, che possono stimarsi in circa tre miliardi. Cosicché avremmo un importo non da poco di una decina di miliardi che, se messo rapidamente in circolazione, potrebbe creare centomila posti di lavoro.
Ed è proprio questa la conseguenza urgente che il massimo Ente della Sicilia deve produrre in tempi ragionevoli, senza nascondersi dietro lo scudo dell’epidemia che, anzi, dev’essere frantumato da un’azione forte e continuativa.
Poi deve realizzarsi una sintonia col tessuto produttivo e manifatturiero, stimolando i Comuni a riattivare le aree industriali, ora loro affidate, con processi attrattivi e con incentivi che inducano gruppi imprenditoriali del Nord ed europei ad insediare nuove attività in Sicilia, anche approfittando del grande vantaggio portato dalla riduzione del trenta per cento del costo degli oneri previdenziali.
Oltre quanto precede, vanno sostenute le attività agricole con quei processi innovativi che consentano di ottenere prodotti biologici e di grande appeal sul mercato nazionale, facilitando il raccordo con la Gdo (Grande distribuzione organizzata), in modo da fare pervenire i prodotti della terra siciliani in tutti i punti del Centro-Nord Italia ed europei ed anche in quelli oltre oceano.
Vi è tant’altro da fare e ci riserviamo di tornare sulla questione a breve, augurandoci che quanto scriviamo non trovi orecchie da mercante.
