Sicilia in missione per la difesa dell'ambiente marino: l'iniziativa

Ambiente, la Sicilia in missione per la difesa dell’ambiente marino: la Regione sostiene la comunità

Ambiente, la Sicilia in missione per la difesa dell’ambiente marino: la Regione sostiene la comunità

Vincenza Grimaudo  |
sabato 18 Maggio 2024

Gli enti pubblici e privati che vogliono aderire all'iniziativa potranno farlo entro il 24 maggio 2024.

Milioni e milioni di euro a disposizione degli enti pubblici e privati che vogliano lavorare per la difesa dell’ambiente marino. E la Regione si schiera al loro fianco, offrendo l’assistenza tecnica necessaria per preparare al meglio i progetti per aderire alla missione europea “Ripristinare i nostri oceani e le nostre acque”. Lo rende noto l’assessorato regionale delle Infrastrutture e della mobilità che anche quest’anno si fa promotore in Sicilia della missione dopo l’adesione a partire dal 2022.

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L’iniziativa dell’Unione Europea è stata messa a punto per conseguire, entro il 2030, gli obiettivi di protezione e ripristino degli ecosistemi e della biodiversità, di inquinamento zero, decarbonizzazione e riduzione delle emissioni di gas a effetto serra con lo scopo di arrivare alla neutralità climatica negli oceani, nei mari e nelle acque europee. Gli enti pubblici e privati che vogliono aderire alla missione di difesa dell’ambiente marino possono, entro il 24 maggio, candidarsi per ricevere assistenza tecnica sui progetti, attraverso le valutazioni e il supporto di esperti su aspetti chiave come la fattibilità normativa, tecnica, economica, operativa, ambientale e commerciale.

I beneficiari

Tra i possibili beneficiari rientrano enti locali, autorità portuali, Ong o enti equivalenti coinvolti in attività di sviluppo dei porti o di pesca sostenibile, le associazioni di categoria impegnate nelle iniziative di sviluppo locale ma anche organizzazioni professionali, operatori privati e start-up, pescatori, armatori, operatori ed equipaggi di pescherecci, produttori del settore dell’acquacoltura, navi da ricerca, ambientalisti, ricercatori e scienziati del mare. Scopo dell’assistenza tecnica è di fornire sostegno ai candidati selezionati nell’elaborazione e nel rafforzamento delle loro azioni, tese a contribuire a uno o più degli obiettivi della missione oceani e acque. L’assistenza tecnica deve adattarsi alle esigenze, alla capacità e agli interessi dei candidati, fornendo un sostegno mirato di esperti ai loro progetti, in merito a elementi chiave come la fattibilità normativa, tecnica, economica, operativa, ambientale e commerciale.

La valutazione economico-finanziaria dei progetti

Gli studi di fattibilità devono produrre una valutazione dell’efficienza economico-finanziaria dei progetti, definendo rischi, opportunità e probabilità di successo, nonché stabilendo se i progetti considerati sono giustificabili e realizzabili dal punto di vista giuridico, tecnico, finanziario, economico, operativo, ambientale e commerciale. I progetti presentati per a difesa dell’ambiente marino dovranno fare riferimento ad almeno uno degli obiettivi proposti. Il primo obiettivo della missione è la protezione di almeno il 30% delle zone marine dell’Unione Europea, integrando nel contempo corridoi ecologici, con una rigorosa tutela del 10% delle zone marittime dell’Ue e il ripristino di 25.000 chilometri di fiumi a flusso libero.

La difesa dell’ambiente marino con la riduzione delle plastiche nel mare

Il secondo obiettivo del progetto di difesa dell’ambiente marino riguarda la riduzione del 50% dei rifiuti di plastica nell’ambiente marino, la riduzione del 30% del rilascio di microplastiche e la riduzione del 50% della perdita di nutrienti, l’utilizzo di pesticidi chimici e i relativi rischi connessi. Il terzo obiettivo cerca di eliminare le emissioni di gas a effetto serra derivanti da attività associate al settore marittimo e, allo stesso tempo, esamina la possibilità di sequestrare le emissioni inevitabili. Alcune delle azioni in linea con gli obiettivi della missione per la difesa dell’ambiente marino sono quelle riguardanti la transizione energetica e l’economia circolare nei porti ma ci sono anche il controllo dell’impatto delle attività portuali e della pesca, la riduzione della produzione di rifiuti, emissioni di carbonio e inquinanti, l’introduzione di tecnologie alternative e il miglioramento della connettività.

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