Il libro di Alberto Maringhini che racconta la salubrità del territorio
PALERMO – ‘Sicilia isola della salute’. È questo il titolo del libro di Alberto Maringhini in cui si narrano le valutazioni della rivista scientifica del tempo ‘The Lancet’ sulla salubrità del territorio siciliano in un periodo in cui imperversava in Europa la tubercolosi.
E, in particolare, fu Palermo a essere considerata meta perfetta per il turismo sanitario. Maringhini dal 1999 dirige la Medicina interna dell’ospedale Civico di Palermo e ha maturato grande esperienza in Italia e all’estero (Stati Uniti e Danimarca).
Il Dr. Maringhini è reviewer e membro dell’Editorial board di alcune riviste mediche internazionali. Quest’anno è stato nominato Commendatore della Repubblica dal presidente Sergio Mattarella.
Dr. Maringhini, come nasce l’idea di scrivere un libro su questo argomento?
“Sono venuto in possesso di questi articoli in maniera abbastanza avventurosa nel 1985 in una biblioteca di una clinica americana molto famosa che teneva le riviste dell’ottocento nei suoi archivi. Durante l’epidemia da Covid-19 i dati del Ministero della Salute, dell’Istat e dell’Istituto superiore di sanità segnalavano sin dall’inizio non soltanto una più bassa incidenza della malattia in Sicilia e del Meridione, ma una mortalità molto più bassa per i pazienti con diagnosi di Covid-19. Tale dato era confermato dal paragone della mortalità nel 2021 e nel 2022 rispetto ai cinque anni precedenti delle differenti aree geografiche. In Lombardia l’aumento della mortalità era del 36%, in Sicilia invece del 5%. Riesaminando i dati di mortalità per tubercolosi degli ultimi anni, pur con numeri molto bassi veniva confermata una mortalità minore della metà in Sicilia rispetto alla Lombardia. Questi dati mi incoraggiarono a tradurre gli articoli del Lancet perché acquisivano un notevole interesse per i vantaggi del clima siciliano nei confronti di malattie infettive polmonari che dovrebbe essere tuttora confermato”.
Quanto sono servite la storia della Sicilia e le testimonianze del tempo a ricostruire il parallelismo tra le cure di quel tempo e quelle attuali?
“I dati epidemiologici della tubercolosi mostrano che la curva di mortalità negli ultimi 150 anni è in costante discesa e l’introduzione di terapie sicuramente efficaci come gli antibiotici hanno modificato la pendenza della curva in maniera irrilevante. Questa è una chiara dimostrazione che il miglioramento delle condizioni igieniche e nutrizionali può essere più importante di qualsiasi medicina nel migliorare l’andamento di una malattia che per i tempi era terribile. Ricordiamo che un quarto delle morti dell’Ottocento erano dovute alla tubercolosi e che l’età media di morte per tubercolosi era 25 anni. Quindi, una posizione geografica un clima più mite un inquinamento ambientale più basso possono favorire un decorso naturale della malattia in assenza di terapia”.
Come si potrebbe promuovere il turismo della sanità e della cura in Sicilia?
“Negli Stati Uniti la Florida è la regione in cui gli anziani fragili vanno a passare l’inverno. Ritengo che altri esempi siano presenti in diversi paesi. Con queste premesse possiamo immaginare che gli italiani in condizioni di fragilità per patologie croniche o per età avanzata possano trascorrere i mesi invernali più rigidi in Sicilia, organizzando loro un’accoglienza che permetta bassi costi sia di viaggio che di permanenza, attrezzando la sanità siciliana anche sotto il profilo di una adeguata assistenza.Questo permetterebbe tra l’altro di destagionalizzare il turismo siciliano con chiari benefici economici e occupazionali”.