“Sicilia, marchio richiesto ma poco valorizzato” - QdS

“Sicilia, marchio richiesto ma poco valorizzato”

Pietro Vultaggio

“Sicilia, marchio richiesto ma poco valorizzato”

martedì 16 Aprile 2019

ERICE (TP) – Lo scorso 12 e 13 aprile, ad Erice, si è tenuta la “due giorni” degli Stati Generali del Turismo, una vera corsa ideologica verso un settore che ha una grande valenza economica e occupazionale.
L’incontro, organizzato dalla Regione Sicilia, ha visto la partecipazione di operatori ed esperti del settore, che hanno avuto la possibilità di confrontarsi con gli interlocutori istituzionali di riferimento.

“Questo convegno è motivo di orgoglio – afferma Daniela Toscano, sindaco di Erice -. Per la prima volta, gli Stati Generali si svolgono nel nostro territorio. In un momento di sofferenza per la mancata funzionalità del vicino aeroporto di Birgi, spero che questo incontro faccia da volano ad una parte della regione che ha bisogno di fatti concreti”.
Gli argomenti sono stati sviluppati attraverso numerosi tavoli tematici: dalla governance alle professioni turistiche, dall’enogastronomia ai beni culturali. Si è trattato il tema della cartellonistica informativa, quasi assente per i turisti che vengono in Sicilia.
Molti, invece, hanno proposto che turismo, agricoltura e cultura siano unite per eliminare così lungaggini burocratiche. Sabato, ha aperto i lavori l’assessore al turismo, Sandro Pappalardo: “Pensiamo che la Sicilia sia conosciuta da tutti, ma non è così. Alcune regioni, come la Puglia, stanno esclusivamente creando un brand per la promozione nelle altre nazioni. Il cursus deve essere quello di creare un marchio, fare le valigie e viaggiare in tutto il mondo”.
“Noi -ha proseguito Pappalardo – non abbiamo mai avuto un emblema – continua l’assessore Pappalardo – che identificasse la nostra regione. Siamo protagonisti di una cattiva pubblicità, perché nei negozi delle città d’arte siciliane si vendono immagini mafiose. Oggi, abbiamo creato un brand pulito. Stiamo utilizzando anche le nostre ambasciate per organizzare serate di enogastronomia, invitando investitori e addetti al turismo”.

All’arrivo del presidente Nello Musumeci, per concludere i lavori, non sono mancate le critiche burrascose da parte di un comitato di protesta cittadino #sevolovoto: “Abbiamo raccolto 20 mila firme in dieci giorni. Ci sentiamo abbandonati. Stiamo avendo seri problemi, Trapani vive principalmente di turismo”. “Io guido la Regione siciliana – risponde il Presidente Musumeci – da quindici mesi. Chi dice che in un anno si possono risolvere i problemi è sempre lo stesso cialtrone che per trent’anni ha utilizzato la buona fede dei siciliani per consolidare le proprie posizioni personali. Abbiamo pensato di creare un comitato pubblico privato per il rilancio di Birgi, ne farò parte io , il presidente Vito Riggio, gli assessori regionali ai trasporti e al turismo, tre sindaci in rappresentanza della città capoluogo e l’assessore trapanese, Rosalia d’Alì”.

“Stiamo lavorando per Birgi – conclude il Presidente della Regione Sicilia – anche su un altro fronte. La Regione impegnerà 16 milioni per alcune tratte aeree che speriamo Bruxelles possa accettare. La Sicilia è un marchio richiestissimo, ma poco valorizzato. è un lavoro che richiede anni, impegno e personale che manca. In regione siamo 13 mila persone, ma più della metà sono categoria A e B e di conseguenza non riusciamo a fare nemmeno i progetti. Non sarò mai contento fino a quando il turismo sarà a due velocità, dove cresce e dove decresce. Io sarò felice solo quando tutte le nove province siciliane avranno raggiunto un livello di crescita che sia compatibile per restituire la speranza alla gente”.
Al di là dell’aeroporto, bisogna creare il brand “Trapani”. Perchè non è un problema per Milano? Eppure dista 50 km da Malpensa ed Orio al Serio; stessa cosa per Cefalù, distante da Punta Raisi 100 km. Birgi è importante, ma bisogna valorizzare la città per far arrivare ugualmente i turisti.

Pietro Vultaggio

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