ROMA – Nel 2021 la Sicilia è stata tra le sei regioni più visitate e accogliendo complessivamente l’8,5% degli spostamenti interni (pernottamenti). Anche le vacanze in primavera, agevolate dalle prime riaperture di fine aprile vedono l’Isola tra le mete più gettonate (sempre 8,5%) così come in autunno per i soggiorni di quattro notti e più (10,1%). È quanto emerge dal report Istat “Viaggi e vacanze in Italia e all’estero riferito al 2021”.
Come sottolineato dall’Istat in estate, le persone partite per una vacanza sono state poco più di 20 milioni, in crescita del 9,1% (18,5 milioni nel 2020 e 22,7 nel 2019). L’incremento maggiore si è registrato per i turisti over 65 (+31,9%) e per i residenti nel Sud (+48,3% sul 2020; -9,5% sul 2019). Nel complesso, i turisti che sono partiti per vacanza tra luglio e settembre sono l’11% in meno del 2019, anche se il Nord-ovest (+11% sul 2020) e le Isole (+37,6%) si sono riportati ai livelli precedenti alla pandemia. Ciò non avviene per chi vive nel Centro (+11,5% sull’estate del 2020; -13,7% su quella 2019) e nel Nord-est (-11,3%; -29% rispetto all’estate del 2019).
Il Nord rimane, però, l’area del Paese con più potere attrattivo (39% dei viaggi), sia per le vacanze brevi (50,6%) che per i viaggi di lavoro (41,3%). Il primato per le vacanze lunghe spetta al Mezzogiorno (38,5%), che supera sia il Nord (32%) che il Centro (16,2%).
L’estate del 2021 ha segnato una ripresa ma non un recupero sia dei viaggi con almeno un’attività culturale (+15,7% sullo stesso trimestre del 2020) sia, in misura più contenuta, di quelli con visite alle bellezze naturali (+9,3%): rispetto allo stesso trimestre del 2019 i primi sono tuttora in calo del 18% e i secondi del 12%.
In estate la quota dei viaggi in cui si è praticata almeno un’attività culturale è pari al 60,1% (56,1% nel 2020), mentre quella dei viaggi con almeno una visita al patrimonio naturale è stabile al 52,6% del totale degli spostamenti estivi (52% nel 2020).
Tra le attività praticate in estate, le visite a città e borghi si confermano le preferite (l’86,4% del totale), seguite dalle visite a monumenti e siti storici o archeologici (42,6%) e a mercati tipici locali (31,5%).
Minore, invece, spiega l’Istat – il peso delle visite a musei e mostre (23,8%) mentre è ancora in difficoltà la partecipazione a spettacoli e manifestazioni (13,7% nel 2021; 29,6% nel 2019). L’incidenza delle attività legate all’enogastronomia si attesta al 17%, quota appena sotto quella degli anni precedenti (20% nel 2020 e 2019). Infine, le visite a fabbriche per la produzione di beni e servizi continuano a essere residuali (4%).
Le partenze estive con motivazioni prettamente culturali sono state caratterizzate principalmente da visite a siti archeologici (88,3%) e a città (88,1%), seguono quelle ai musei (61,2%) che, rispetto all’estate precedente recuperano circa 10 punti percentuali, avvicinandosi alla quota del 2019 (69,8%).
Anche la partecipazione a spettacoli, eventi culturali, folkloristici e religiosi deve la sua quota maggiore alle vacanze prettamente culturali (22,1%), mentre i tour enogastronomici sono stati i più gettonati tra le vacanze esclusivamente paesaggistiche (28,5%).