Sicilia tra le mete preferite nel 2021, ma il turismo culturale è in affanno - QdS

Sicilia tra le mete preferite nel 2021, ma il turismo culturale è in affanno

Marco Carlino

Sicilia tra le mete preferite nel 2021, ma il turismo culturale è in affanno

mercoledì 27 Aprile 2022

Report Istat: la nostra Isola ha accolto complessivamente l’8,5% degli spostamenti interni. Vacanze lunghe: primato al Sud ma su viaggi brevi e di lavoro il Nord ha una marcia in più

ROMA – Nel 2021 la Sicilia è stata tra le sei regioni più visitate e accogliendo complessivamente l’8,5% degli spostamenti interni (pernottamenti). Anche le vacanze in primavera, agevolate dalle prime riaperture di fine aprile vedono l’Isola tra le mete più gettonate (sempre 8,5%) così come in autunno per i soggiorni di quattro notti e più (10,1%). È quanto emerge dal report Istat “Viaggi e vacanze in Italia e all’estero riferito al 2021”.

Istat, nel 2021 le persone partite per una vacanza sono state poco più di 20 milioni

Come sottolineato dall’Istat in estate, le persone partite per una vacanza sono state poco più di 20 milioni, in crescita del 9,1% (18,5 milioni nel 2020 e 22,7 nel 2019). L’incremento maggiore si è registrato per i turisti over 65 (+31,9%) e per i residenti nel Sud (+48,3% sul 2020; -9,5% sul 2019). Nel complesso, i turisti che sono partiti per vacanza tra luglio e settembre sono l’11% in meno del 2019, anche se il Nord-ovest (+11% sul 2020) e le Isole (+37,6%) si sono riportati ai livelli precedenti alla pandemia. Ciò non avviene per chi vive nel Centro (+11,5% sull’estate del 2020; -13,7% su quella 2019) e nel Nord-est (-11,3%; -29% rispetto all’estate del 2019).

Il Nord rimane, però, l’area del Paese con più potere attrattivo (39% dei viaggi), sia per le vacanze brevi (50,6%) che per i viaggi di lavoro (41,3%). Il primato per le vacanze lunghe spetta al Mezzogiorno (38,5%), che supera sia il Nord (32%) che il Centro (16,2%).

L’estate del 2021 ha segnato una ripresa ma non un recupero sia dei viaggi con almeno un’attività culturale (+15,7% sullo stesso trimestre del 2020) sia, in misura più contenuta, di quelli con visite alle bellezze naturali (+9,3%): rispetto allo stesso trimestre del 2019 i primi sono tuttora in calo del 18% e i secondi del 12%.

In estate la quota dei viaggi in cui si è praticata almeno un’attività culturale è pari al 60,1% (56,1% nel 2020), mentre quella dei viaggi con almeno una visita al patrimonio naturale è stabile al 52,6% del totale degli spostamenti estivi (52% nel 2020).
Tra le attività praticate in estate, le visite a città e borghi si confermano le preferite (l’86,4% del totale), seguite dalle visite a monumenti e siti storici o archeologici (42,6%) e a mercati tipici locali (31,5%).

Minore, invece, spiega l’Istat – il peso delle visite a musei e mostre (23,8%) mentre è ancora in difficoltà la partecipazione a spettacoli e manifestazioni (13,7% nel 2021; 29,6% nel 2019). L’incidenza delle attività legate all’enogastronomia si attesta al 17%, quota appena sotto quella degli anni precedenti (20% nel 2020 e 2019). Infine, le visite a fabbriche per la produzione di beni e servizi continuano a essere residuali (4%).

Le partenze estive con motivazioni prettamente culturali sono state caratterizzate principalmente da visite a siti archeologici (88,3%) e a città (88,1%), seguono quelle ai musei (61,2%) che, rispetto all’estate precedente recuperano circa 10 punti percentuali, avvicinandosi alla quota del 2019 (69,8%).
Anche la partecipazione a spettacoli, eventi culturali, folkloristici e religiosi deve la sua quota maggiore alle vacanze prettamente culturali (22,1%), mentre i tour enogastronomici sono stati i più gettonati tra le vacanze esclusivamente paesaggistiche (28,5%).

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