Sicilia: mon amour? - QdS

Sicilia: mon amour?

Sicilia: mon amour?

sabato 19 Agosto 2023

80 anni fa, come oggi, le ultime truppe Tedesche si imbarcarono a Messina lasciando la Sicilia in mano agli Alleati dell’operazione Husky vincitori, rifugiandosi, dopo 38 giorni di guerra atroce in Calabria, iniziando la loro ritirata, poi conclusasi, dopo quasi due anni, il 25 Aprile del 1945, con l’abbandono completo, dopo acerrimi combattimenti, di quella parte del mondo che Churchill aveva chiamato “il ventre molle” nei piani di conquista bellica.

Ed iniziò il tempo del Colonnello Charles Poletti, Governatore dello Stato di New York (1942), preferito a Fiorello La Guardia (sindaco di New York), come Commissario agli “affari civili del AMGOT” (allied military government of occupied territories), al seguito delle truppe che lo insediarono a Palermo il 22 Luglio, tre giorni dopo la conquista della città. E che poi avrebbe seguito le truppe, svolgendo le stesse funzioni, fino in ultimo a Milano. Fu accusato nel tempo di avere nominato centinaia di Sindaci in Sicilia legati alla mafia o massoni seguendo, forse, le liste che i Servizi gli avevano fornito. Ed a Napoli si avvalse della collaborazione (interprete) di Genovese mentre faceva ritorno in Italia Lucky Luciano, graziato (meriti speciali?) della condanna a 50 anni, e divenuto uomo d’onore rispettato da chi doveva controllarlo.

Ma a Poletti si deve se fin dal primo giorno della sua attività a Palermo, con durezza disse ai neonati separatisti, Finocchiaro Aprile, Gallo e nobili vari che la loro richiesta di poter la Sicilia divenire la 49/a stella della bandiera USA(che fu l’Alaska e la 50 Hawaii nel 1960) non era neanche da prendere in considerazione. Lo disse da occupante: ma in quel momento rappresentante degli USA che a tutto pensavano ma non a mettersi(come disse!) guai in casa!

Va detto che fu grazie alla paura che i separatisti indussero all’Italia liberata se la Sicilia ottenne l’autonomia ed un parlamento regionale che legiferò prima di quello nazionale prodotto dall’elezioni del 1948. Ma va detto che la Sicilia ha “disatteso” l’autonomia: incapace come è stata d’essere tale secondo Costituzione, elemosinando piuttosto che farsi ammirare per la propria legislazione ed operosità.

Dopo otto decenni siamo ancora, a volte, a piatire il Governo centrale per quanto ci spetta. Con una rete ferroviaria quasi come quella tedesca – una delle peggiori – ed i collegamenti aerei nelle mani di volgari amministratori di linee aree che hanno chiamato “stronzate” le giuste rivendicazioni sui prezzi incredibili per volare fatte e dal Governo Italiano e da quello Siciliano.
Nel paragone Sicilia – Taiwan Isola che faceva parte della Cina, ma che rifugio di Chang Kai- shek è divenuta una delle terre più ricche del mondo, appare la nostra inettitudine.
In compenso non scoppierà una guerra come quella che la Cina è pronta ad intraprendere per riavere “Formosa”.
Ma basterebbe un pizzico d’orgoglio in più per redimere beni e diritti della terra di Mongibello.

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