PALERMO – La svolta green non potrà mai essere del tutto raggiunta senza aver prima risolto l’antico lascito del sistema industriale nazionale e, soprattutto, siciliano che si divora l’ambiente. Per andare nella direzione verde, occorrono le bonifiche dei siti inquinati che dovrebbero appunto servire per sanare il peso dell’antropizzazione che in molti casi ha contaminato in maniera quasi irreversibile alcuni luoghi, e in Sicilia di esempi, nel settore della cosiddetta industria petrolifera e non solo, ce ne sono pure diversi. Anche per superare una progressione nella bonifiche dei siti che risulta minima e quindi inadeguata alle dimensioni del problema, il ministero dell’Ambiente, nei giorni scorsi, si è dotato di una Direzione generale che si occuperà esclusivamente di questa materia.
NUOVA ORGANIZZAZIONE MINISTERIALE
Lo scorso dicembre è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il decreto della presidenza del Consiglio che riorganizza amministrativamente il ministero dell’Ambiente, prevedendo due capi dipartimento che coordineranno i temi generali focalizzati rispettivamente sugli aspetti di tutela e salvaguardia ambientale e sulle politiche di transizione ecologica, e otto direzioni generali, a presidio dei settori di competenza.
Tra queste ci sarà appunto una direzione sulle bonifiche, come ha sottolineato il ministro Sergio Costa, per “dare una svolta decisiva e superare la lentezza burocratica che per troppo tempo ha tenuto in ostaggio territori che necessitano di interventi urgenti”. Rispetto allo scorso anno, grazie a questa nuova struttura interna, chi si occuperà di bonifiche non avrà più la responsabilità di altri settori strategici come quello, ad esempio, del dissesto idrogeologico e della tutela delle acque e depurazione. Sul punto è intervenuto anche il senatore gelese, del movimento 5S, Pietro Lorefice, facendo riferimento al coinvolgimento delle regioni che “dovranno procedere alle bonifiche attraverso interlocuzione costante e lavoro di squadra”.
PASSI IN AVANTI IN UNA SITUAZIONE STAGNANTE
Costa, in ogni caso, non rinuncia a fare qualche annuncio e nella nota ministeriale, diffusa nei giorni scorsi, si sottolineano i passi in avanti che sono stati fatti a “Gela, Milazzo, Porto Torres, Augusta e per la Stoppani di Genova”. Peccato che la situazione generale sia davvero clamorosamente bloccata: nei quattro Sin siciliani (Gela, Milazzo, Priolo e Biancavilla), secondo gli ultimi dati ministeriali, i valori dei procedimenti conclusi non superano, nel migliore dei casi, il 20% del totale.
RADA DI AUGUSTA: PREOCCUPAZIONE DI MUSUMECI
Tra i luoghi simbolo delle mancate bonifiche di tutta Italia c’è di certo la Rada di Augusta. Nei giorni scorsi il governatore Musumeci ha scritto al ministero dell’Ambiente sottolineando la “fondamentale importanza” che il governo regionale attribuisce al “completamento degli interventi di bonifica ambientale dei Siti di interesse nazionale dell’Isola”.
Sulla Rada, il ministero, nel corso del 2019, aveva promosso tre riunioni del Tavolo tecnico permanente per il riavvio delle attività di bonifica, e, a fronte di una vicenda aperta ormai da un decennio, che ha visto anche l’interesse della magistratura, si chiede di sbloccare la procedura per la chiusura della contabilità speciale e quindi consentire il trasferimento di 150 milioni di euro alla Regione.