Arriva un nuovo farmaco per i malati di Malattia di Crohn. Solo in Sicilia si stima che vivano tra le 25.000 e le 27.000 persone con Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali; di queste, oltre 12.000 con Malattia di Crohn, patologia in costante aumento in tutte le fasce d’età, sebbene il picco di incidenza si rilevi tra i 16 e i 35 anni. Interessante notare che un secondo picco di incidenza si rileva dopo i 60 anni, come evidenziato dal Professore Ambrogio Orlando, Direttore UOSD Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali dell’ A.O. Ospedali Riuniti Villa Sofia Cervello di Palermo.
Il nuovo trattamento
Per queste persone c’è da oggi una importante novità nel trattamento della malattia di Crohn: la Commissione Europea ha approvato mirikizumab di Lilly per il trattamento della forma attiva da moderata a grave della malattia nei pazienti adulti. Questa approvazione rappresenta un passo significativo per la comunità scientifica e per le persone che convivono con la malattia di Crohn, offrendo una nuova opzione terapeutica che mira selettivamente alla subunità p19 di IL-23, con l’obiettivo di ridurre l’infiammazione intestinale e migliorare la qualità della vita dei pazienti.
L’intervista all’esperto
Professore Orlando, come ci si ammalta di Malattia di Crohn?
Le cause sono sconosciute, si tratta di una malattia multifattoriale, con una predisposizione genetica ma non ereditaria, con fattori ambientali, legati all’alimentazione, pregresse infezione virali o batteriche, che in alcuni soggetti predisposti vanno ad alterare la mucosa su cui si innescherebbe un meccanismo autoimmunitario, e da lì, il processo infiammatorio, fino a portare sintomi e complicanze.
Si tratta di una malattia che ha un significativo impatto sulla vita di un essere umano, anche dal punto di vista sociale. Cosa può comportare?
Hanno certamente un alto impatto sulla vita sociale, a causa dei sintomi: diarrea, dimagrimento, che spesso non viene riconosciuto subito, dolore addominale, urgenza nell’evacuazione, disturbi oculari, problemi al fegato, complicanze anche all’ano, spesso molto invalidanti per i pazienti. Si possono poi avere complicanze intestinali, stenosi, fistole, ascessi con comparsa di occlusioni intestinali e con recidive che portano anche a più interventi chirurgici nel corso della malattia.
Chi è più a rischio di contrarre la malattia?
E’ più frequente nei soggetti che hanno uno o più familiari, sia di primo che di secondo grado, affetti dalla malattia, la familiarità infatti, come abbiamo detto, è un fattore predisponente. Non c’è solo questo però: ad esempio abbiamo notato che nei fumatori c’è una maggiore incidenza e un decorso peggiore, con più complicanze e con meno risposta alle terapie.
Anche i giovanissimi possono presentare già sintomi delle malattia?
Si, anche pazienti di età inferiori ai 16 anni, sono in aumento. I sintomi sono come gli adulti anche spesso può esserci un ritardo di crescita, l’importante è riconoscerli subito.
Come si combatte la Malattia di Crohn?
Abbiamo oggi molti farmaci a disposizione rispetto al passato come i farmaci biotecnologici e le piccole molecole molto efficaci nell’indurre e mantenere la remissione di malattia, l’ultimo arrivato è il mirikizumab, che è un anticorpo monoclonale e che era già stato approvato per la colite ulcerosa e adesso in commissione europea è stato approvato anche per la Malattia di Crohn moderata- grave. E’ risultato un farmaco molto efficace, con tassi di remissione molto buoni: gli studi hanno dimostrato un’efficacia del mirikizumab del 54%, un risultato ottimo se consideriamo che si trattava di pazienti dove altre cure avevano fallito. Il farmaco determina anche una guarigione endoscopica, con percentuali intorno al 45%. Sarà a disposizione in Sicilia e altrove nelle prossime settimane.

